Union Saint Gilloise e Tony Bloom. Cosa centrano una nobile decaduta del calcio belga con un noto giocatore di poker inglese? Proprio da Tony Bloom parte la rinascita della formazione di calcio.
Union Saint Gilloise e Tony Bloom: la storia
L’Union Saint Gilloise è una nobile decaduta del calcio belga. La squadra di Saint-Gilles, città nella periferia di Bruxelles, ha raggiunto gli ottavi di finale di Europa League, un risultato storico, per un club nato nel lontano 1897, e tra le squadre più vincenti prima della seconda guerra mondiale, con undici campionati vinti tra il 1904 e il 1935 e due coppe, prima dell’inesorabile calo nella seconda metà del novecento.
Solo nel 2021 la formazione dell’Union Saint Gilloise è riuscita a risalire nella massima serie del calcio in Belgio (dopo 48 anni nelle serie minori, in una discesa fino alla 4° categoria). Lo scorso anno la squadra che rappresenta i lavoratori colletti blu, operai e minatori, abitanti le periferie di Bruxelles, ha chiuso al 2° posto in campionato.
Investimenti, allenatore e metodo alla Moneyball
Come è stata possibile questa rinascita? Intanto grazie agli investimenti proprio di Tony Bloom, pokerista inglese vincitore di oltre 3,8 milioni di dollari in tornei professionistici e già noto alle cronache sportive e del calcio visto che dal 2009 è alla guida della squadra inglese del Brighton, tornato in Premier League nel 2017 e oggi allenato da Roberto De Zerbi.
Nel 2018 Bloom ha cercato nuove ispirazioni e sfide acquistando la squadra belga e affidandola al suo socio, Alex Muzio, presidente e Ceo del club.
La cavalcata vincente di promozione dalla Proximus League dominata dal Union Saint Gilloise, è stata possibile grazie a Felice Mazzù, ora in forza al Charleroi, ma protagonista sulla panchina dell’Union nell’anno della promozione. L’allenatore, di chiare origini italiane, è figlio di minatori.
La squadra è stata però costruita con un modello alla “Moneyball”, storia che arriva dal Baseball con gli Oakland Athletics, che è stata anche ispirazione per un film con Brad Pitt.
Il metodo prevede di sfruttare i big data. Queste le parole di Bloom rilasciate alla Gazzetta dello Sport per spiegare questo metodo di costruzione di una squadra: “i giocatori necessari per formare una rosa competitiva sono stati individuati attraverso una serie di indicatori, dagli Expected goals (la misura di quanti gol una squadra o un giocatore avrebbero potuto realizzare sulla base delle azioni create) alla percentuale di passaggi completati, dalla velocità e i chilometri percorsi alle zone di campo maggiormente occupate, tutti dati rielaborati da appositi software. Una metodologia già recentemente applicata da altri club calcistici, come i danesi del Midtjylland, e che si rifà alla filosofia di Moneyball, dal libro che raccontava le vicende, simili, della squadra di baseball di Oakland”.