PokerItaliaWeb presenta la prima intervista ad uno degli allievi della nuovissima scuola di poker inaugurata dal portale. È Sante ‘Santico84’ Allegrini a rilasciarci le prime dichiarazioni dopo l’inizio della sua avventura in PokerItaliaCoach!
Ciao Sante. Come sempre prima di cominciare l’intervista vera e propria ti chiedo di farci un breve riassunto della tua storia pokeristica e di come sei arrivato a PokerItaliaCoach.
A poker ci ho sempre giocato sin da piccolo, la passione per le carte in un certo senso l’ho sempre avuta, ma circa 4 anni fa posso dire di avere avuto una svolta nel modo di approcciarmi al gioco.
Lo studio di materie ingegneristiche, e quindi una buona preparazione nelle discipline matematiche e statistiche, mi hanno fatto vedere il gioco e soprattutto il NLH da un’altra prospettiva, facendomi da subito capire che l’abilità potesse contare più di altri fattori.
Ho passato gli ultimi 4 anni a leggere libri e a cercare di mettere in campo le cose studiate, ho alternato fasi di puro studio a fasi di studio e gioco, fino ad arrivare a periodi di totale nausea ed avversità per lo stesso, per poi riprendere all’inizio di quest’anno in maniera seria.
Sante è anche Capitano di un Peschereccio: ma diventerà presto capitano ai tavoli!
Alcuni ragazzi con cui avevo iniziato a giocare ai tavoli da 1€ 4 anni fa, oggi sono diventati dei top grinders , e quindi mi sono detto che anche io potevo provare ad inseguire un sogno.
Questo purtroppo è un mondo in cui nessuno ti regala niente, ci vogliono sacrifici e costanza, e soprattutto non bisogna mai esaltarsi se le cose stanno andando bene, i tranelli sono sempre dietro l’angolo.Per questi motivi ho deciso di farmi coachare, di uscire dal mondo autoreferenziato in cui vivevo e confrontare il mio poker con altri, ed è così che per caso e per fortuna sono entrato in contatto con il coach storico di PIW, Matrox.
Crystal, il personaggio dell’avatar di Sante
E’ stato il mio primo coach, e mi è servito soprattutto ad aumentare la mia autostima (che nel frattempo era andata chissà dove), dal momento che mi ha fatto accorgere che da solo avevo maturato una buona conoscenza del gioco. Tutto ciò mi ha caricato tantissimo, perchè è ovvio che se da solo ero riuscito a costruire delle buone basi, un coaching avrebbe potuto solo migliorarmi ulteriormente.
Dopo qualche lezione fatta assieme, Matrox mi ha parlato del progetto PokerItaliaCoach, ed ho inviato la mia candidatura, di sicuro non mi aspettavo di essere preso, i candidati erano tanti ed io ero un emerito sconosciuto sul forum. Il destino ha voluto che fossi scelto , ed eccomi qua, con tanta umiltà e tanta voglia di imparare, carico più che mai e con un unico obiettivo (indipendentemente da quelli che saranno poi i risultati) : onorare la grande opportunità che mi è stata data, e dare qualche piccola soddisfazione a coloro che hanno creduto in me.
Il grinding può diventare un lavoro, ma servono ore di studio e dedizione
La prima interrogazione posso fartela io? Che differenze ci sono tra i Sit 9-max e i 15-max?
Bhe, è da poco che gioco i 15 max, ma posso dire con certezza che c’è un mondo di differenza tra le due discipline.
Innanzi tutto, a mio modesto parere, servono abilità completamente diverse rispetto ad un 9 max classico in cui il più delle volte l’azione si chiude al flop, o al massimo alla street successiva.
In un 15max serve avere una grande disciplina e padronanza del gioco, occorre saper giocare bene il post flop, saper giocare di posizione (fose è la più importante), aprire e chiudere i propri range a seconda delle situazioni, leggere bene gli avversari e le loro debolezze, ed aggredire aggredire ed aggredire ancora quando le condizioni sono favorevoli.
In un 15max, data la struttura dei pagamenti verticalissima, bisogna avere una maggiore propensione al rischio , e ciò ti porta ad effettuare scelte che in un 9 max sarebbero insensate.
Credo che la maggiore difficoltà che un giocatore di 9max possa incontrare approcciandosi ad un 15max, sia il resettaggio dei range di apertura e la comprensione del valore relativo delle mani. Un giocatre di 9max nei primi livelli del gioco ha sempre nella mente la Harringtoniana concezione secondo la quale “tight is right” , e secondo me nei 15max questo ti porta a giocare un poker di sofferenza, sempre con l’acqua alla gola e molto in balia delle carte.
E’ proprio quando i bui sono bassi che dobbiamo aprire i nostri range e giocare di posizione un poker simil small ball, dal momento che avendo grandi spazi di manovra post flop potremo prenderci enormi vantaggi sui nostri avversari. In questa fase credo sia importante vedere quanti più flop possibili con carte che hanno un potenziale, in modo da stackare i nostri avversari e crearci uno stack che ci possa permettere di essere aggressivi quando i bui si alzano.
Altro aspetto che a mio modo di vedere può creare grossi problemi ad un giocatore di 9max è la fase di push in BvB, soprattutto quando ci si trova a giocare 3-handed. Su questo aspetto tecnico dovrò ancora lavorarci, ma ho la sensazione che possa avvantaggiarci saper gestire questa fase.
Uno spot in cui Sante ‘Santico84’ Stacka l’avversario
Molti Reg si stanno spostando ai 15-max nonostante, immagino, la varianza sia più alta. Lo fanno perché è un settore in cui ancora si può avere profit?
Il gioco ai 9max è ormai abbastanza “spiegato” , i forum sono pieni di articoli che ti insegnano come approcciarti a questa disciplina, i range sono discussi da milioni di utenti tutti igiorni, in pratica di materiale e di gente con cui confrontarsi se ne ha fin troppo. Per questi motivi diventa sempre più difficile avere edge sugli avversari.
I 15max di contro sono meno “spiegati” , servono maggiori skills rispetto ad un 9max, motivo per cui il field è spesso impreparato, e quindi i profitti sono ancora possibili.
Ovviamente tutte queste considerazioni le faccio relativamente al livello al quale sto giocando io, ai piani altri non so bene come funziona, ma credo che avendo l’abilità un peso maggiore, il giocatore skillato possa comunque fare profit nel long run.
Il mare è un’altra passione di Sante
Essere coachati è una delle esperienze che più migliora i giocatori, ma nella prassi di tutti i giorni ha modificato il tuo modo di approcciarti al poker?
Avere un coach, soprattutto nella formula offerta da questa grande iniziativa di PIW, mi ha fatto approcciare al gioco in maniera un pò più professionale. Dopo tutto le mani le vai ad analizzare con il tuo coach e devi sempre essere in grado di giustificare le tue scelte ed il processo decisionale in generale. In un certo senso il fatto di dover ” rendere conto” del mio gioco mi porta a fare meno errori, giocando la mano nella maniera migliore.
Tutto ciò può sembrare banale, ma quando hai un coach con cui discuti il modo in cui hai giocato una mano ed impari a giocare nel modo migliore ogni mano, riesci a sopportare meglio gli scoppi ed i tilt conseguenti. Dopo tutto se la mano l’hai giocata bene ed il “bloody river” ti condanna, non puoi farci niente , ti rimane la consapevolezza di aver giocato il tuo A game, apri un altro sit ed affronti tutto con maggiore serenità.
Grazie del tempo che ci hai dedicato Sante, un saluto e in bocca al lupo per la tua avventura con PokerItaliacoach!
Grazie a voi, ci vediamo sul forum dove attraverso il blog vi terrò aggiornati sull’andamento di questa sfida! Ciao!
scritto da Luca ‘ilFilosofo‘ Barbi.
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