Un racconto ironico e scanzonato, un modo come un altro per ridere, almeno negli intenti, degi modi di fare più comuni dei giocatori di poker, qui ritratti in modo molto irriverente e allegro seguendo le gesta di Palmiero!
Un passo, e guardi a sinistra. Altro passo, e guardi a destra. Quello mischia, quello raccoglie. Pochi piatti da guardare, quasi niente da bloggare. Un passo, un passo, a destra, a sinistra. Ecco qua, finalmente, c’è un raise, un call. Chiama anche il bottone, il tipo che ha rilanciato chiede anche alla cameriera se vuole chiamare, tanto… poi qualche minuto di pausa. C’è Palmiero che si guarda le mani e le carte. Sì, prima o poi cambieranno, sicuro, guardale altre due volte e diventano belle. Come la Shiffer? Non proprio, più come Rosy Bindi. Cioè? Cioè son quelle e se vuoi giocare te le devi far piacere.
Palmiero prepara le chip. Ah, una bella 3bet in steal, un OverTheTop di quelli di classe, fuori posizione mica può chiamare con Rosy Bindi. Poi il gesto, affettato, lento, glaciale, teatrale, definitivo… call. Due minuti d’orologio. Call. Con Rosy Bindi. Il grande buio si appoggia pure lui, mancavano giusto giusto le sue…
Flop: 4c Ap 7f
Posa plastica. Occhiale da sole. Palmiero sta guardando il flop da 40 secondi. Forse non vede le carte, in sala c’è poca luce. È immobile e ha un’espressione dura e contrita come un Giulio Cesare dei giorni nostri. Cioè? Cioè morto. Ah, capisco. Poi fa per puntare – sul tavolo compare l’immagine di Galileo – Palmiero si blocca — Galileo parla: «Eppur mi sembrava si fosse mosso» – Palmiero guarda tutti gli avversari, un po’ come a dire «Che c’avete che non ci capisco un… niente non ci capisco… sono buono col 4?» e alla fine punta. Meno di mezzo piatto. «Eppur si muove! Non sono cieco! Non sono cieco!».
Foldano tutti fino al ragazzo che aveva rilanciato. Un gesto secco e rilancia poco più del doppio della bet palmiriana; no fear. Cioè? Cioè se esce che je frega, tanto c’ha da grindare fino a circa 45 anni. Ah, capito.
Palmiero lo guarda durissimo, ci guarda tutti, tutti quanti, che sembra che gli abbiamo tutti ucciso il cane. Invece deve solo pensare che fare. «L’asso non ce l’hai», e questo Palmiero lo sa per osmosi, è una verità incontrovertibile, scientifica, definitiva come i suoi occhi di ghiaccio così difficili da evitare, pensò magari con un po’ di coraggio prima dell’arrivo mi farò baciare… Palmiero ha tolto le cuffie effettivamente, non gliel’hanno detto che il Titanic è affondato e porta sfiga? Call.
Turn: 3f
Palmiero raggela. La sua mano è insidiata da un progetto di colore e questo lo infastidisce leggermente. Ma proprio leggermente, una bestemmina sommessa, leggera, quasi irriconoscibile. Ma ora è deciso, lo sente che è il suo momento, lo sa che può prendersi il piatto, è carico, ha i muscoli che parlano per lui, la bocca che lo muove – organi fuori posto? — No, è un concerto, una sinestesia, una simpatia tra le parti e tutto collabora a realizzare quel gesto finale, storico, esiziale e vorrei dire, ma non lo dico perché l’ho già detto, Cosa? Definitivo. Ah. All………in.
Snap call. Palmiero mostra Kc 4c, il ragazzino è avanti di un’inezia con 7p 7c, un’inezia del solo 100%, ma nel poker non si sa mai, no, in questo caso si sà. River 9p e Palmiero la prende bene: pugnetto sul tavolo che rischia di incrinare la struttura portante — del tavolo? — no, no, del piano dello stabile. Ah. E Palmiero fa per andarsene. Ma incorcia il mio sguardo e mi viene incontro. Che vorrà?
scritto da Luca ‘ilFilosofo‘ Barbi
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