Il poker è da sempre considerato come un gioco maschile. Ed in effetti  il numero di giocatrici del gentil sesso, sebbene in aumento negli ultimi tempi, è sempre molto inferiore rispetto al nutrito parterre di players maschili.

Il poker è da sempre considerato come un gioco maschile. Ed in effetti  il numero di giocatrici del gentil sesso, sebbene in aumento negli ultimi tempi, è sempre molto inferiore rispetto al nutrito parterre di players maschili.

Come generalmente accade quando ci si rivolge ad un pubblico prettamente maschile, quindi, durante i tornei di poker si vedono sempre più hostess e assistenti di sala dalla bella presenza femminile.

Un esempio campale possiamo ottenerlo dai tornei del WPT americani, dove sono state scritturate 6 avvenenti ragazze, chiamate “Royal Flush Girls“, per far da cornice ai tornei.  In effetti il loro ruolo non è perfettamente definito. Sono sicuramente belle ragazze ed hanno anche un minimo ruolo nella componente televisiva dei tornei, accogliendo i telespettatori con un caloroso “bentornati!” gridato all’unisono dopo ogni pausa pubblicitaria. Ma, francamente, non se ne coglie l’utilità. A meno che l’obiettivo degli organizzatori non sia quello di far distrarre i giocatori. Ed in quello, le Royal Flush Girls, ci reiscono in modo alquanto naturale.

In Europa si è avuto occasione di vedere le hostess in evidenza durante qualche torneo dell’EPT. Ricordo le immagini dell’ultimo EPT di Copenhagen dove le lunghissime gambe di alcune ragazze scandinave accoglievano all’ingresso della sala i giocatori. O anche gli ammalianti occhi azzurri delle ragazze berlinesi che, mi auguro, saranno presenti anche all’EPT in programma il mese prossimo.

In Italia siamo un attimo meno presi da queste presenze. Ma, attenzione, non certo perché meno sensibili alla bella presenza femminile, anzi! Solo che poniamo le cosidette cheerleaders relegate ai margini, a fare da accoglienza e accompagnamento ai tavoli. E non, come succede negli States, di continua presenza tra i tavoli.

Quindi, ci si domanda, ma la presenza di queste bellissime ragazze all’interno dei tornei di poker è necessaria? Fa effettivamente da attrattiva e richiamo al giocatore medio italiano o è puramente di contorno?

Naturalmente i fattori prevalenti che portano un giocatore ad andare ad un torneo sono altri e più tangibili. Il premio in denaro innanzitutto, il fatto di giocare a poker live, che è sempre un piacere per chi ama questo gioco, e infine, ma non meno importante, l’incontrare i tanti amici/colleghi con i quali si divide quaesta passione.

C’è da dire, tuttavia, che alcuni giocatori fanno della possibilità di incontrare anche le gentili presenze femminili un motivo di viaggio verso le località amene dei tornei di poker. Un nome su titti, e non crediamo di fargli torto nel nominarlo, quello di Roberto ‘RobyS’ Sabato che, in più occasini anche sul suo blog personale, ha raccontato delle sue avventure tra “poker e bandierine”.

Onore al grande RobyS, che non si nasconde dietro le ipocrisie che spesso accopagnano le frasi della gente che frequenta determinati posti “solo” per giocare a poker. Del resto è risaputo che i Casinò di tutto il mondo sono luoghi dove non è affatto difficile trovare la compagnia di qualche bella ragazza. Tutto dipende dalle persone e dal volere di questi.

Roberto 'RobyS' Sabato, tra Moschitta e Pirrotta
Roberto ‘RobyS’ Sabato, tra Moschitta e Pirrotta

Concludendo potrei affermare che le hostess nelle sale di poker non sono affatto indispensabili, ma che aiutano a rendere l’atmosfera più piacevole. Ma non penso siano fattore importante per aumentare il numero dei giocatori in un torneo, altrimentiper aumentare la percentuale femminile di giocatrici basterebbe mettere degli stewart all’ingresso, no?

Roberto ‘Ronnie Rosenthal’ Sorrentino

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