Si riprende a parlare di poker live in Italia in maniera più o meno regolare. Da quando la sentenza del T.A.R. Puglia ha decretato che il poker entro certi limiti è concesso c’è maggiore fiducia, e nei circoli si e’ ripreso a giocare.
Si riprende a parlare di poker live in Italia in maniera più o meno regolare. Da quando la sentenza del T.A.R. Puglia ha decretato che il poker entro certi limiti è concesso c’è maggiore fiducia, e nei circoli si e’ ripreso a giocare.
Si riprende a parlare di poker live in Italia in maniera più o meno regolare. Da quando la sentenza del T.A.R. Puglia ha decretato che il poker entro certi limiti è concesso c’è maggiore fiducia, e nei circoli si e’ ripreso a giocare.
Ma le cose ancora non sono del tutto cristalline. I limiti predisposti sono alquanto chiari: un solo torneo quotidiano, limite all’iscrizione di €30 e nessun premio in denaro per i vincitori. Se si contravvengono a queste regole si scade nel gioco d’azzardo e si è passibili di sanzioni.
Ci si chiede però come sia possibile che un gioco, il poker in modalità torneo, che ormai impazza letteralmente in Italia nella sua modalità online e che già più di due anni fa, quando le attenzioni dello Stato non erano ancora rivolte verso l’attività dei molti circoli presenti sul territorio italiano, raccoglieva un vasto numero di partecipanti nella sua modalità terrestre, non abbia ancora una vera e propria regolamentazione che permetta, come giusto che sia, la normale tassazione per i circoli dando loro, però, l’opportunità di offeerta più ampia, con buy-in diversificati e, quindi, di sfruttare un indotto maggiore.
Si vuole tornare a vedere i circoli pieni di gente
Possibile non si voglia permettere al movimento del poker italiano di crescere e svilupparsi solo per favoreggiare il gioco online e le, oggettivamente, poche case da gioco italiane, disloacate, tra l’altro, in zone tutt’altro che accessibili dalla maggior parte della popolazione?
Sembra strano e curioso a dirsi, ma purtroppo sembra sia così. Ma, per onestà intellettuale, qualcuno dovrebbe assumersi la paternità di tale scellerata scelta. E’ alquanto logico capire che giocatori di poker ce ne sono in tutta Italia e che il movimento non è necessariamente legato alla malavita ed al gioco rovinafamiglie.
In Italia siamo riusciti a legalizzare il Bingo, da sempre siamo fautori di lotterie e giochi nei quali l’abilità non ha alcun valore, tipo Lotto e Superenalotto, per non parlare dei GrattaeVinci, e le videoslot impazzano ormai in ogni angolo delle nostre città. Eppure si tende a boicottare il poker terrestre.
Le videslot sono permesse, giocare a poker live invece no
Un clamoroso autogol per le nostre amministrazioni. Potrebbero arrivare altre entrate per lo Stato, sotto forma di tassazione, da quella moltitudine di giocatori di poker sparsi in tutta la nazione. E per noi giocatori ci sarebbe finalmente la possibilità di giocare un torneo con una posta in palio decente senza la paura di esser perseguiti per gioco d’azzardo.
Lo stato ci permette di spendere €1.000 giocando al GrattaeVinci, ma non €100 per un torneo di poker sportivo. Se non è un contro senso questo, ditemi voi quale lo è.
Roberto ‘Ronnie Rosenthal’ Sorrentino