Come sarebbero gli allenatori di pallone se decidessero di giocare a poker? Beh, dal carattere e dalla filosofia sportiva di ognuno si potrebbe giungere a delle ipotesi verosimili: Zeman sarebbe lo spewer, Ranieri il nittone, Mazzarri il whinatore…
Il calcio e il poker sono due delle passioni più grandi di noi italiani. Ci sono tanti paragoni che si potrebbero fare tra questi due mondi sportivi. Oggi vogliamo concentrarci sugli allenatori di Serie A e non solo: come sarebbero al tavolo verde? Proviamo a delineare un quadro che sia il più realistico e veritiero possibile.
ZEMAN LO SPEWER – Il mitico Zdenek Zeman con il suo 4-3-3 sarebbe sicuramente lo spewer per eccellenza. Il boemo da anni applica il suo calcio offensivo e spregiudicato in giro per l'Italia. Il Pescara ora corre dritto verso la promozione in A ed è una delle squadre più spettacolari e spumeggianti. Zeman a poker aprirebbe tutte le mani ed entrerebbe in tutti i colpi: sarebbe davvero un avversario da evitare al tavolo. Zeman però si è anche distinto tra i suoi colleghi per le accuse contro le truffe nel mondo del calcio; forse avrebbe da ridire anche sulla bontà del server?
RANIERI IL NITTONE – Dal calcio ultraoffensivo al calcio solido e pragmatico. Il romano Claudio Ranieri, da buon ex-difensore, con l'Inter quest'anno è quasi riuscito a compiere una rimonta incredibile nonostante un gioco inesistente. La solidità difensiva è la sua prima preoccupazione e la sua grande esperienza nei maggiori campionati europei è una garanzia. In un torneo di poker Ranieri saprebbe sicuramente come cavarsela e avrebbe la pazienza necessaria per attendere il momento buono. Gioco chiuso e prudente per ottenere il massimo quando capitano le buone occasioni.
IL WHINE DI MAZZARRI – Lasciando perdere ora l'aspetto tecnico del gioco, passiamo ad analizzare le sfumature caratteriali degli allenatori/pokeristi. Chi farebbe del “whine” il suo cavallo di battaglia? Sicuramente Walter Mazzarri, che con il pianto ha commosso tutta Italia per le disavventure del suo povere Napoli (?!). Mazzarri al tavolo sicuramente riproporrebbe un gioco brillante e aggressivo, come quello che offre sul campo del San Paolo. Quando però gli capiterebbe di perdere, magari per colpa di un brutto scoppio, se la prenderebbe di certo con il server truccato! Dicono che piangere alla fine paga.
ANTIPATICO E VINCENTE – Chi è il José Mourinho del poker? Di sicuro lo Special One al tavolo vorrebbe sempre vincere e userebbe spesso l'arma del “trash talking” per innervosire gli avversari e volgere la situazione a proprio vantaggio. Scommettiamo che avete già capito chi è il suo alter ego pokeristico… Phil Hellmuth! The Poker Brat è spesso contestato e poco gradito ma dalla sua parte ha il record di braccialetti WSOP in bacheca: 11 “tituli” (per dirla alla Mou) che bastano per zittire qualunque detrattore. Forse chi è così vincente è condannato a risultare anche antipatico.
LA LEGGENDA – Doyle Brunson è una specie di istituzione del poker. La lunghissima carriera di “Texas Dolly” lo ha reso uno dei personaggi storici di questo gioco. Alla sua figura si potrebbe associare benissimo quella di Sir Alex Fegruson, alla guida del Manchester United da oltre 25 anni. Queste due leggende viventi hanno dedicato la vita ad un unica grande passione e sempre ad altissimo livello. Se preferite un paragone più nostrano potremmo scomodare il nostro Emiliano Mondonico, uno degli uomini che hanno dato tanto al loro sport e ai loro tifosi.