Ebbene si, pare proprio che sia tutto vero. Tra pochi anni, si parla del 2016 per l’inaugurazione e del 2025 per la conclusione dei lavori, anche l’Europa potrebbe avere la sua Las Vegas in miniatura.
Ebbene si, pare proprio che sia tutto vero. Tra pochi anni, si parla del 2016 per l’inaugurazione e del 2025 per la conclusione dei lavori, anche l’Europa potrebbe avere la sua Las Vegas in miniatura.
Ebbene si, pare proprio che sia tutto vero. Tra pochi anni, si parla del 2016 per l’inaugurazione e del 2025 per la conclusione dei lavori, anche l’Europa potrebbe avere la sua Las Vegas in miniatura.
Il condizionale è d’obbligo quando in ballo ci sono cifre da capogiro. Si parla infatti di un investimento complessivo di circa 25 miliardi di euro, per creare 12 resort e 6 casinò, più tutte le altre infrastrutture di supporto. Solo un magnate “visionario” come Sheldon Adelson poteva avere questa incredibile idea!
E’ vero che se c’è un uomo capace di avere fiuto per gli affari quello è proprio lui: il suo gruppo, il Las Vegas Sands, è stato uno dei primi, subito seguito dal Wynn Resort International, ad aver avuto il coraggio di investire nel mercato asiatico e i risultati non si sono certo fatti attendere, infatti Macao sta soppiantando, fatturato alla mano, le vecchie glorie della strip di Las Vegas.
La terza multinazionale del gioco, la Caesars Entertainment Corp. che non ha voluto investire nel mercato dagli occhi a mandorla si trova ora in gravi difficoltà economiche. Si parla di perdite che sfiorano i 20 miliardi di dollari complessivi. La società guidata attualmente da Gary Loverman proprietaria di oltre 50 casinò/resort, potrebbe anche prendere la drastica decisione di vendere le WSOP, attualmente di sua proprietà. Non a caso il gruppo sta spingendo politicamente per far approvare una legge federale sul poker online, nella speranza di risollevare le sorti dell’azienda.
Sheldon invece punta su una strada decisamente diversa per ampliare il proprio business. Dopo aver conquistato l’Asia ora punta deciso di puntare sull’Europa.
Le sue previsioni sono decisamente ottimistiche; 10 milioni di persone l’anno per 30 miliardi di euro di fatturato. Madrid, location scelta per quella che sembra decisamente una sfida dai grandi numeri, potrebbe ben presto diventare la capitale del gioco europeo. Fonti ben informate sostengono che il gruppo del Nevada dovrebbe investire il 50% della cifra richiesta, mentre l’altro 50% sarebbe a carico delle banche spagnole.
Qui secondo me cominciano però i primi problemi. E’ si vero che un progetto così colossale darebbe una forte spinta contro la disoccupazione in un paese dove il 25% delle persone in età da lavoro è a spasso, ma è anche vero che le banche spagnole attualemente non navigano in buone acque e alla commissione europea che dovrebbe vigilare sui lavori non credo che bastino le previsioni di Sheldon.
Un’altra piccola perplessità che nutro in merito è relativa all’amore degli europei per il gioco. Ovviamente non si parla di solo poker, ma di tutto il complesso dei giochi da casinò. La maggior parte dei casinò europei sono di dimensioni medio piccole e riescono ampiamente a soddisfare la domanda del pubblico. Siamo sicuri che si riuscirà a riempire 12 resort e 6 casinò nello spazio di un quartiere? Io, ovviamente mi auguro di si, e sicuramente sarò in prima fila, chips da poker in mano, durante l’inaugurazione!
Marco Zanini