Proseguono le trattative tra i principali paesi europei in possesso di un sistema di concessioni, per creare una liquidità comune. Qualora l’obiettivo venisse concretizzato, quali potrebbero essere i numeri reali raggiungibili?
Proseguono le trattative tra i principali paesi europei in possesso di un sistema di concessioni, per creare una liquidità comune. Qualora l’obiettivo venisse concretizzato, quali potrebbero essere i numeri reali raggiungibili?
L’evoluzione che sta vivendo il poker online a livello mondiale sa tanto di fase transitoria. Negli Stati Uniti si muovono i primi passi verso l’apertura al poker intrastatale, mentre in Europa ci si divide tra le poker room .eu e il progetto di liquidità condivisa tra i paesi che prevedono licenze. In quest’ultimo caso, il successo dell’operazione non può prescindere dal numero e dalla qualità dei bacini d’utenza che verrebbero coinvolti. Cerchiamo di fare un’analisi, per quanto sia difficile con i dati attualmente a disposizione.
Partiamo dunque da un caso limite, quello del Sunday Millions di PokerStars.com, che per festeggiare il settimo compleanno, ha messo in palio 7 milioni di dollari garantiti. L’evento ha raggiunto i 49.287 iscritti, riservando al vincitore poco meno di 850.000 dollari (frutto di un deal a tre). Il normale Sunday Millions, invece, di solito fa registrare intorno ai 7.000 player. L’italiano Sunday Special, infine, circa 2.000.
Supponendo che in una prima fase a unire la propria liquidità siano soltanto Italia e Spagna, come sembra sempre più probabile, i numeri non dovrebbero spostarsi di troppo verso l’alto (come abbiamo già avuto modo di vedere, sarebbe un vantaggio solo per il piccolo mercato iberico). Aggiungendo la Francia, un torneo come il Sunday Special potrebbe forse arrivare intorno ai 5.000 giocatori di media.
Inserendo in questa liquidità comune anche Portogallo e Germania probabilmente si riuscirebbe a raggiungere le cifre delle sale da gioco .com, e magari anche a superarle, dopo il probabile boom iniziale dettato dalla novità e dalla voglia dei player dei rispettivi paesi di potersi confrontare con gli stranieri, e il conseguente assestamento. Naturalmente un discorso simile è replicabile anche per la modalità cash game.
Come detto all’inizio, stiamo soltanto speculando e cercando di valutare in maniera generale cosa potrebbe comportare, in termini strettamente numerici, l’unione di più mercati nazionali nel campo del poker online. Per analizzare l’impatto di questo scenario non c’è altro modo se non attendere che questo, finalmente, si concretizzi. Speriamo nella maniera migliore possibile soprattutto per i giocatori, e magari anche abbastanza velocemente.