Poker, nostalgia canaglia…

Oggi forse abbiamo giocatori decisamente più preparati rispetto a dieci anni fa, e ai tavoli da poker ci temono di più, eppure la nostalgia di quel poker che non c’è più è tanta. Nostalgia canaglia.

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Oggi forse abbiamo giocatori decisamente più preparati rispetto a dieci anni fa, e ai tavoli da poker ci temono di più, eppure la nostalgia di quel poker che non c’è più è tanta. Nostalgia canaglia.

 

D’altronde funziona un po’ come in amore, con la passione iniziale che pian piano diventa sempre più un ricordo, che ogni tanto si cerca di ritrovare. Ma le stesse emozioni non torneranno mai. Eppure oggi abbiamo giocatori come Mustapha Kanit, Dario Sammartino, che giocano regolarmente gli eventi più duri in circolazione, e fanno notizia più quando non riescono a centrare una vittoria o un buon piazzamento, vista la loro regolarità.

 

E oggi forse, anche se non ci sono più sponsorizzazioni a dare un aiuto ai giocatori, paradossalmente, abbiamo un ‘esercito’ di poker players decisamente più preparato. L’online ha fatto da palestra a molte nuove leve e di talenti quindi non ne mancano. L’Italia oggi è decisamente un paese che a Texas Hold’em sa giocare e anche all’estero se ne stanno accorgendo. Ma forse è proprio per questo che mi prende la nostalgia, manca con quel sapore di novità, manca quel nodo allo stomaco.

 

Dario Minieri (Wsop 2008)

Oggi quasi ci aspettiamo che un azzurro vinca qualche cosa, anzi lo pretendiamo, oggi più di prima. Dieci anni fa era invece tutto nuovo. Dieci anni fa eravamo un po’ come l’Irlanda del Nord, che ieri contro l’Ucraina ha centrato la prima, storica vittoria all’Europeo. Anno dopo anno siamo sempre più cresciuti, sempre più vittorie sono arrivate, anche se non tante quanto avremmo dovuto centrare. Restando in tema calcio, in questo senso, siamo un po’ come la nazionale inglese di calcio, che in tanti anni ha vinto solo una coppa del mondo. Anche se loro hanno inventato il calcio, noi il texas hold’em no.

 

Chi dimenticherà mai dieci anni fa, il primo braccialetto vinto da Max Pescatori alle Wsop, nell’anno in cui la nazionale di calcio italiana si laureava campione del mondo per la quarta volta. In quell’anno forse nel nostro paese si è accesa una nuova passione chiamata texas hold’em. Una passione alimentata dall’arrivo del talento di Dario Minieri, dalla regolarità di Luca Pagano. Un ‘virus’ che contagiò tutti. Una community in continua crescita, dove un ruolo da protagoniste lo avevano anche le donne, vedi Carla Solinas, Lauana Spadaro, Irene Baroni. Quest’ultima l’unica oggi ad essere tornata al poker giocato.

 

Un nuovo mondo nasceva. I primi braccialetti, Candio primo November Nine azzurro, Bonavena campione EPT. Tutto era nuovo e ogni nuova vittoria è una prima volta, e la prima volta non si scorda mai. E oggi, oltre a mancare quella novità, quella prima volta, manca anche quel poker fatto di sponsorizzazioni, di team poker pro, manca quel lato rosa del poker made in italy. Manca. Nostalgia canaglia.

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