Grindare, grindare, grindare. Potremmo scomodare una famosissima canzone di Mina, per cominciare questo nostro editoriale. La parola Grindare, che letteralemente significa “macinare”, definisce una delle azioni più comuni nel poker.
Oggi però, proponiamo una riflessione pscicologica, sugli effetti di questa fantastica “ossessione”. Per molti giocatori, grindare è diventato sinonimo di gioco infinito, di massa, di raggiungimento di uno status, di un modo fondamentale e primaro per fare soldi con il poker online.
Una tipica postazione da grinder
Spesso però questo mette in secondo piano tantissimi altri aspetti. Non vogliamo parlare di patologie derivanti dal gioco, ma dei piccoli gesti, che molto spesso non facciamo, in nome di questo termine. Risulterebbe particolarmente interessante, capire qual è per ognuno di noi, il confine che separa il giusto grinding dall’ossessione, che toglie spazio alla quotidianità, agli amici e alla famiglia, in definitiva alla vita reale.
In funzione di quanto detto, capire le esperienze altrui risulta fondamentale. Molto spesso leggendo le “gesta” di compagni di grinding, ci si rende conto di come certi atteggiamenti e/o comportamenti, risultino comuni tra simili. Spesso però un confronto del genere può mettere in guardia tutti noi, circa il proprio comportamento o quello degli altri.
La parola Grindare letteralemente significa “macinare”, giocare tanto
Il grinding ha spostato i confini della normalità, per un giocatore, questo risulta abbastanza chiaro e tangibile. Ma quali sono i costi da pagare in termine di opportunità per un giocatore che si impegna nel gioco, rinunciando a alla normale routine della vita?
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Scritto da: Marco yomik Pasqua