Phil Ivey non concedeva interviste da oltre tre anni prima di cedere al Direttore dei Media delle World Series of Poker, Nolan Dalla, che lo ha incontrato nel corso del Big One. E la cosa che risalta leggendo le sue parole è l'umiltà di un gran campione come Phil Ivey.
Nolan Dalla incontra Phil Ivey poco dopo l'eliminazione dall'evento #57, il 6-max No Limit Hold'Em da $10.000 e subito si capisce che Phil è deluso per l'eliminazione. Parla del fatto che ogni torneo che gioca, che sia da $1.000 o da $10.000 per lui cambi poco in quanto il suo obiettivo è vincere. Non è una questione di soldi per Ivey, e non ci riesce difficile credergli visto che si parla di un giocatore che ha vinto ben oltre $16 milioni in carriera nei soli tornei di poker live. Il suo obiettivo, ogni volta che siede al tavolo, è vincere e quando non gli riesce ne è sempre alquanto deluso.
Importante per lui è capire dove ha sbagliato e migliorare il proprio gioco in relazione a quello, per evitare di ripetere gli stessi errori nel tempo. “Ci sono mani in cui ho sbagliato la puntata, o che avrei dovuto checkare e non l'ho fatto. Si commettono molti errori durante una sessione. La differenza tra me ed altri giocatori è che riconosco quando faccio un errore. Tanti altri non vogliono ammetterlo quando sbagliano e così facendo non migliorano il proprio gioco“.
E quindi questa, secondo Ivey, la differenza tra lui e gli altri giocatori? “Non lo so di preciso quale sia la differenza tra me e gli altri – risponde Phil – ho la fortuna di avere talento, ma gioco tanto e mi alleno tutti i giorni. Non so cosa facciano gli altri e in cosa sono diversi da me. Io penso al mio gioco e a migliorare me stesso“. Poi Nolan gli chiede dell'assenza dalle WSOP dello scorso anno e Ivey dice semplicemente che è stato difficile per lui mancare, in quanto ama le World series e non avrebbe resistito un altro anno senza giocarle. Il suo ritorno è stato in effetti dirompente, con 5 tavoli finali raggiunti in due settimane. Ma Phil Ivey non è del tutto soddisfatto perché, ribadisce, il suo obiettivo è vincere e quest'anno, sebbene sia al comando della classifica per il miglior giocatore delle WSOP, non gli è riuscito.
Phil Ivey ha preso parte anche al Big One, il famoso torneo da $1 milione di buy-in al quale hanno partecipato un misto tra professionisti affermati e uomini d'affari. Per Phil è stata un'esperienza incredibile, un momento speciale nella storia del poker. Un torneo dall'intensità impressionante.
Poi parla dei suoi colleghi preferiti, indicando in Jennifer Harman, Barry Greenstein e Patrik Antonius come i suoi preferiti. E che è contento quando li vede vincere un torneo, meglio se alle WSOP. Quindi le doverose congratulazioni ad un campione coem Phil Hellmuth, arrivato a vincere in questa edizione delle World Series il suo 12° braccialetto. Ivey è invece fermo a quota 8 e per quest'anno dovrà accontentarsi delle sette bandierine, in quanto ci è giunta la notizia della sua eliminazione dal Main Event, durante il Day2C di questa notte. Pazienza. Di sicuro Phil Ivey ci riproverà l'anno prossimo e gli altri ancora, per parecchio tempo.
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