Il celebre e solitamente moderato giocatore di poker, vice-campione del mondo nel 1989, si è attirato le critiche di numerosi fan per un suo tweet inviato domenica contro il presidente della National Rifle Association, Wayne LaPierre.
Il celebre e solitamente moderato giocatore di poker, vice-campione del mondo nel 1989, si è attirato le critiche di numerosi fan per un suo tweet inviato domenica contro il presidente della National Rifle Association, Wayne LaPierre.
Il celebre e solitamente moderato giocatore di poker, vice-campione del mondo nel 1989, si è attirato le critiche di numerosi fan per un suo tweet inviato domenica contro il presidente della National Rifle Association, Wayne LaPierre.
“Abbattete Wayne LaPierre, per piacere. È più pericoloso lui per le vite degli americani di qualsiasi terrorista”. Un tweet, un centinaio di caratteri, per sollevare un polverone. Una frase sicuramente forte, scritta da un giocatore di poker che, nel corso della sua carriera, si è sempre distinto per calma, equilibrio e moderazione. Stiamo parlando del runner-up del Main Event WSOP del 1988, Erik Seidel.
Il tweet incriminato, Seidel l'ha inviato domenica e si riferiva all'apparizione del capo della NRA (National Rifle Association) nel programma della NBC 'Meet the Press'. Wayne LaPierre è un convinto sostenitore del diritto del cittadino americano di possedere ed eventualmente utilizzare un'arma da fuoco ed è stato molto critico rispetto alla posizione del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che invece vuole limitarne la diffusione e l'uso.
In ogni caso, Seidel è stato criticato da numerosi follower per il suo breve messaggio. “Sono sempre stato un tuo fan, ma ora parli in modo così duro nei confronti di una persona che vuole preservare i nostri diritti costituzionali”, ha twittato un suo fan. “Ma che bel punto di vista progressista e non violento”, ha scritto un altro. E non è mancato chi gli ha consigliato di limitarsi a giocare a poker, lasciando perdere la politica.
Dopo essersi accorto della valanga di messaggi critici nei suoi confronti, Seidel ha provato a fare marcia indietro: “Pensavo si capisse che la mia era una metafora, ma apparentemente non è così, a giudicare da alcune delle risposte”, ha twittato il campionissimo del poker. Ma nemmeno questa mossa è servita a calmare le acque, anzi.
“Dovresti chiedere scusa, non sminuire gli altri perché 'non hanno capito'”, gli ha scritto un utente di Twitter. Un altro, invece, ha ribadito: “Che fosse una battuta o una cosa seria, non hai fatto una bella figura”. Alla fine Seidel ha alzato la proverbiale bandiera bianca, decidendo di cancellare dal suo profilo il tweet incriminato.
C'è però anche chi si è schierato con il campione americano. Come Eric Loomis, professore all'Università di Rhode Island, che addirittura vorrebbe vedere la testa di LaPierre su un bastone. “Ho ricevuto minacce di morte e una campagna per farmi licenziare, quando ho usato una metafora simile su LaPierre. Questa gente è matta”, ha scritto Loomis citando Seidel su Twitter.