Poker ‘All Time Money List’: Phil Ivey sul podio con oltre $23 milioni. Max Pescatori il migliore degli azzurri!

La vittoria di febbraio, centrata nel $250.000 Challenge degli Aussie Millions Poker Championship di Melbourne, consente a Phil Ivey di scavalcare Daniel Colman nella speciale classifica ‘All Time Money List’. Il Tiger Woods del Poker è adesso terzo con oltre 23 milioni di dollari.

Cambia il podio della All Time Money List, classifica (redatta dal sito specializzato ‘The Hendon Mob’) che tiene conto delle vincite lorde dei professionisti del poker live. Grazie al successo da 1.710.000 dollari conquistato nel The LK Boutique Challenge degli Aussie Millions Poker Championship 2015 di Melbourne, uno straordinario Phil Ivey scavalca il fenonemo degli High Roller Daniel Colman e si porta al terzo posto con un bottino complessivo da ben 23.199.533 dollari.

Il 39enne di Riverside (California) torna a mettere così nel mirino Antonio ‘The Magician’ Esfandiari, al momento secondo in classifica con 26.407.317 dollari, ed il sempre super Daniel ‘Kid Poker’ Negreanu, leader con i quasi 30 milioni di dollari vinti in 19 anni di straordinaria carriera.

Resta ferma al palo invece Colman (foto sotto), scivolato in quarta posizione dopo l’incredibile rush che lo ha reso protagonista per gran parte della scorsa stagione. Questi, nel dettaglio, i top ten:

1. Daniel Negreanu – $29.973.908
2. Antonio Esfandiari – $26.407.317
3. Phil Ivey – $23.199.533
4. Daniel Colman – $22.894.180
5. Erik Seidel – $21.843.718
6. Sam Trickett – $20.543.243
7. Phil Hellmuth – $18.282.013
8. John Juanda – $16.086.638
9. Scott Seiver – $15.168.501
10. Martin Jacobson – $14.909.101

Per quanto riguarda gli azzurri rimane Max Pescatori il migliore con i suoi 3.568.078 dollari di vincita complessiva. Il ‘Pirata Italiano’ (208°), precede nell’ordine Filippo Candio (216° con $3.487.324) e Salvatore ‘Mister EPT’ Bonavena (299° con $2.870.072).

N.B. Ricordiamo che le vincite dei poker pro sono da ritenersi al lordo, le somme considerate infatti non tengono conto ne dei buy-in pagati, per partecipare ai tornei, ne delle spese affrontate per i lunghissimi viaggi.