Poker Live: all’asta i beni dell’Aviation Club de France

Con la vendita all’asta dei beni dell’Aviation Club de France si conclude la storia di uno dei circoli istituzionali del poker live mondiale. Venduti tavoli, sedie, immobili, oltre ovviamente alle chips ed alle carte da gioco.

Alle 9:30 di ieri, martedì 12 maggio, si è definitivamente chiusa l’attività di un circolo storico del poker live mondiale. L’Aviation Club de France ha avuto ospite ai propri tavoli i più grandi giocatori di poker del mondo. Mentre Parigi si metteva all’opera per una nuovo giorno di lavoro, al primo piano del locale dove risiedeva il circolo si sono affollate decine di persone, tra appassionati, ex dipendenti, giocatori e semplici curiosi, tutti a concorrere, o anche solo ad assistere, alla vendita all’asta dei beni appartenenti all’orami ex club di poker live.

Circolo che ha ospitato diversi tornei, tra i quali anche eventi del World Poker Tour, e dove giocatori di poker professionisti hanno affrontato ricchi uomini d’affari in appassionanti partite di poker cash game. Tutto finito con la più triste delle conclusioni, cioè la vendita all’asta di quello che è ancora un pezzo di storia del poker live non solo francese.

Gli oggetti in vendita sono stati piazzati in una stanza, attrezzata per la vendita, dove i potenziali acquirenti potevano visionarli. In totale si sono contate una centinaio di persone presenti in sala all’atto della vendita, posta in essere, ironia della sorte, da un curatore fallimentare che di cognome fa Nguyen, uno dei nomi più diffuso tra i giocatori di poker e tra i quali spicca quello Scotty Nguyen, campione del mondo WSOP del 1998 e che è stato più volte ospite dell’Aviation Club de France.

Tra le persone presenti durante la vendita all’asta si sono riconosciuti anche Bruno Fitoussi e Michel Cohen, due dei giocatori facenti parte anche dello staff organizzativo del circolo. Probabilmente avranno partecipato all’asta per potare con loro uno di quegli oggetti messi in vendita, per tenere unito il legame con quel luogo che per loro, come per molti altri, era un po’ come casa propria.