Gli amanti degli scacchi sapranno sicuramente chi è Deep Blue, un computer costruito per battere in una competizione ufficiale un campione di scacchi come il geniale Kasparov. Oggi però l’obiettivo per i ‘cervelloni’ è vincere a poker.
Gli amanti degli scacchi sapranno sicuramente chi è Deep Blue, un computer costruito per battere in una competizione ufficiale un campione di scacchi come il geniale Kasparov. Oggi però l’obiettivo per i ‘cervelloni’ è vincere a poker.
Gli amanti degli scacchi sapranno sicuramente chi è Deep Blue, un computer costruito per battere in una competizione ufficiale un campione di scacchi come il geniale Kasparov. Oggi però l’obiettivo per i ‘cervelloni’ è vincere a poker.
Il poker, in particolare il texas no-limit hold’em, rappresenta ancora una sfida da vincere per gli scienziati. Eh già. Se negli anni sono riusciti a cerare un’intelligenza artificiale in grado di battere un campionissimo come Kasparov a scacchi, o di vincere al gioco da tavolo GO, ancora non hanno trovato il modo di creare una macchina in grado di battere un essere umano a poker.
Come mai? Semplicemente perché scacchi, come anche altri giochi, permettono a tutti i giocatori di poter essere a conoscenza di tutte le informazioni rilevanti per compiere la mossa più adeguata. Nel poker è diverso. Nel poker le carte del tuo avversario sono nascoste, dunque abbiamo informazioni incomplete.
Dunque bisogna capire cosa ha in mano il nostro avversario dalle loro azioni al tavolo, osservandone magari anche il linguaggio del corpo, ricorrendo all’history che si ha su quel giocatore, cose tutte complicate da mettere in atto per un computer. Proprio per tale motivo il poker è diventato una sfida da vincere per gli scienziati, dato che vincendo tale confronto porterebbe a nuove scoperte da impiegare per la sicurezza informatica o per la tecnologia delle macchine con autopilota.
Ma il giorno in cui vedremo una macchina vincere a Texas Hold’em Poker non è poi così lontano, dicono gli scienziati. In un intervista per Sky News ha detto che solo questione di tempo. Un’intelligenza artificiale di fare ciò è stata creata da Johannes Heinrich, un ricercatore della UCL (University College London).
Questa tecnologia combina due tecniche: reti neutrali e apprendimento per rinforzo. Le reti neutrali imitano la struttura del cervello, e analizzano una gran quantità di dati. Mentre l’apprendimento per rinforzo è quando una macchina, dato un compito, lo porta a termine, imparando dai propri errori. In pratica dovrebbe giocare a poker miliardi di volte contro se stesso per migliorarsi sempre. Heinrich ha detto a Sky News: “Oggi vi presentiamo un nuovo algoritmo che impara in modo diverso, più simile a come gli esseri umani imparano.”
Al dire il vero un’intelligenza artificiale in grado di tener testa all’essere umano nel gioco del poker è già stata realizzata. La macchina però è stata sviluppata solo per giocare un heads-up e a limit hold’em. A realizzarla alcuni ricercatori dell’Università di Alberta. Un’intelligenza artificiale in grado almeno di pareggiare con un essere umano nel lungo periodo. Ma giocare contro più avversari e a no-limit hold’em poker, rappresenta oggi ancora un grande ostacolo da superare per gli scienziati.