Anche in India si sta lottando per la legalizzazione del poker. L’Indian Poker Association è scesa infatti ufficialmente in campo per tutelare tutti i suoi iscritti, continuamente perseguitati dalle forze dell’ordine.
Anche in India si sta lottando per la legalizzazione del poker. L’Indian Poker Association è scesa infatti ufficialmente in campo per tutelare tutti i suoi iscritti, continuamente perseguitati dalle forze dell’ordine.
Anche in India si sta lottando per la legalizzazione del poker. L’Indian Poker Association è scesa infatti ufficialmente in campo per tutelare tutti i suoi iscritti, continuamente perseguitati dalle forze dell’ordine.
E’ guerra aperta in India tra Governo e Indian Poker Association (IPA). Argomento di discussione è ovviamente il poker, ritenuto dalle forze dell’ordine un gioco d’azzardo. Una decisione che l’Associazione ha apertamente contestato, proponendo anche le prove matematiche di come nel gioco l’elemento di abilità è quasi sempre preponderante.
Attualmente, si legge su Agimeg, ogni circolo di poker viene sistematicamente chiuso dalle forze dell’ordine.
L’India è considerata come uno dei ‘prossimi grandi mercati’ per il poker dal vivo, anche in forza della sua popolazione di 1,2 miliardi, ma le leggi ambigue e la burocrazia hanno finora ostacolato il suo progresso di legalizzazione.
Spesso anche in modo violento, visto i giocatori si trovano sempre con più frequenza, così come capita in Cina, nel bel mezzo di retate di polizia seguite da arresti. Una situazione che non piace alla IPA, ma che al momento non sembra avere soluzione.
Insomma, tutto il mondo è paese. Del resto, con le debite proporzioni, è un po’ quello che accade anche in Italia.
Da anni i nostri circoli sono costretti a chiusure senza giustificati motivi appunto perchè non c’è ancora una vera regolamentazione che certifichi il poker texas hold’em come gioco di abilità, questo nonostante alcune sentenze favorevoli emesse dai vari tribunali italiani.