Le situazioni di raise call nel poker online, sono sempre tra le più difficili da affrontare quando ci troviamo in zona bolla. In questa articolo troverete una serie di consigli forniti dal coach di PIW e pro di Winga Poker, Alessandro “Zambo” Zamboni.
Le situazioni di raise call nel poker online, sono sempre tra le più difficili da affrontare quando ci troviamo in zona bolla. In questa articolo troverete una serie di consigli forniti dal coach di PIW e pro di Winga Poker, Alessandro “Zambo” Zamboni.
Questo l’interessante trattato che Alessandro “Zambo19O3” Zamboni ha postato sul suo blog personale che tiene sul sito ufficiale di Winga Poker.
Dal “Bubble Factor” alle “Tournament-Odds”: calcolare i raise/call
“Calcolare a mano i range di push e di call di un qualunque spot di un sit&go non è certo un procedimento rapido e, tutto sommato, è anche inutile quando si ha a disposizione un software come SngWizard, in grado di fornire le stesse risposte nel giro di pochi secondi.
Un esempio di come utilizzare SngWizard
Esistono tuttavia tipologie di spot, non impostabili su Wizard, per lo studio dei quali la conoscenza delle dinamiche del “bubble factor” e la capacità di effettuare “calcoli a mano” si rivelano determinanti. Una di queste tipologie è rappresentata dalle situazioni di “raise/call”, cioè quando, dopo aver effettuato un rilancio ci troviamo a dover decidere se chiamare o meno il “re-raise all-in” di un nostro avversario.
Naturalmente, trattandosi di un torneo di poker sit&go e non di “poker cash game” il ricorso alle pot-odds (cioè al rapporto tra quanto dobbiamo aggiungere per fare call e la dimensione del piatto) non permette di risolvere il nostro problema dato che, come già spiegato più volte, il valore delle chips perse è sempre più alto di quelle che speriamo di vincere e, per questo motivo, i risultati derivanti dallo studio delle pot-odds saranno sempre deviati rispetto a quelli che sono i risultati corretti dello spot sotto in esame.
Il nostro coach Zambo 1993
Quello di cui abbiamo bisogno sono le cosiddette “tournament-odds”, che altro non sono che “pot-odds pesate”, in grado cioè di tener conto della differente natura del poker da torneo rispetto al cash game e che, come vedremo, sono costruite proprio con l’aiuto del bubble factor.
Consideriamo un sit&go arrivato alla fase di bui 50/100 con ancora tutti i player in gioco e la seguente distribuzione di stack
Noi siamo dunque in middle position e, dopo il fold dei primi tre giocatori, decidiamo di aprire con un rilancio a 220 chips con KQ’s. I tre giocatori immediatamente alla nostra sinistra foldano tutti, ma lo small blind decide di contro-rilanciare pushando tutte le sue 970 chips.
Dopo il fold del big blind la parola torna a noi che dobbiamo decidere se andare o meno allo showdown. Come detto in precedenza, sapere che le pot-odds sono di 1,72-a-1 (dobbiamo cioè aggiungere 750 chips per vincerne 1,290) non permettono un corretto calcolo dell’EV della nostra mossa, poiché dobbiamo “pesare” queste odds con lo specifico bubble factor che ci troviamo ad affrontare.
Ricordando la definizione di bubble factor, sappiamo che esso è determinato dal rapporto tra l’equity che perderemmo venendo sconfitti allo showdown e l’equity che guadagneremmo se fossimo avanti dopo la distribuzione del river. Utilizzando un semplice tool (come ad esempio il “nash calculator”) siamo in grado di calcolare la nostra equity prima dell’inizio della mano in corso, che risulta essere pari a 12,14.
Il coach di PIW insieme ad un collega del Team Winga Poker
Andando a costruire le distribuzioni di stack che avremmo dopo il doppio esito di un ipotetico showdown ricaviamo che arriveremmo ad avere un’equity di 5,35 (per una perdita di 6,79) in caso di sconfitta e di 18,64 (per un incremento di 6,5) in caso di vittoria. Il nostro bubble factor è dunque dato da 6,79/6,5 = 1,04.
La conoscenza dello specifico bubble factor a cui siamo sottoposti in questo showdown ci permette di “pesare” nel modo corretto le pot-odds. Dividendo infatti quest’ultime per il bubble factor andiamo a definire le cosiddette “tournament-odds” che risultano essere 1,65-a-1 (=1,72/1,04).
Le “tournament-odds” ci permettono ora di sapere, con esattezza, qual è l’equity che la nostra mano deve avere contro il range di repush del nostro avversario per permetterci di fare un call a valore atteso positivo.
:winga200:
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Avendo odds di 1,65-a-1 vuol dire che dobbiamo richiedere alla nostra mano di stare al 37,7% contro il range avversario per rendere profittevole un nostro call. Utilizzando ora un software come Pokerstove scopriamo che uno dei range più tight contro cui KQ’s ha l’equity richiesta è, ad esempio, 77+ ATs+ ATo+.
Se supponiamo che lo small blind ci possa repushare con questo range (o anche con un range più largo) allora potremo fare call sapendo di essere a valore atteso positivo. In caso contrario la mossa più corretta sarà quella di passare, salutando le 220 chips che abbiamo investito nel rilancio iniziale“.