Poker: Mens sana in Corpore sano!

poker onlineEsercizio fisico e allenamento mentale. Questi gli ingredienti necessari per la conservazione della forma necessaria ad affrontare i lunghi tornei di poker. Vediamo almeno un caso nella storia che dimostra come non sempre sia stata così!

poker onlineEsercizio fisico e allenamento mentale. Questi gli ingredienti necessari per la conservazione della forma necessaria ad affrontare i lunghi tornei di poker. Vediamo almeno un caso nella storia che dimostra come non sempre sia stata così!

 

 

Oggi il giocatore di poker è sempre più paragonabile ad uno sportivo. Non tanto per la sua attività, che se svolta correttamente, senza cadere nel deleterio vizio dell'azzardo, assomiglia più ad un'impresa commerciale di se stessi che non ad una attività sportiva. Il vero punto d'incontro è la preparazione, in alcuni casi anche atletica, cui il poker player si sottopone per affrontare i lunghi eventi live. Mente sana in corpo sano, scriveva Giovenale, alludendo alla necessità di curare il corpo assieme alla mente e la citazione, pur cadendo per diffusione nel cumulo delle frasi fatte, si sposa perfettamente con il poker. Solo dal connubio di queste due componenti infatti possiamo trovare la costanza e e la coerenza comportamentale necessaria per un torneo le cui giornate spesso durano per ore ed ore.

 

Ma è sempre stato così? In realtà questo tipo di preparazione psico-fisica è abbastanza recente. Da un lato la cultura umana ha approfondito enormemente il rapporto tra esercizio ginnico e concentrazione, dall'altro il gioco in se, divenendo via via sempre più variegato e di difficile comprensione per quanto riguarda le strategie, hanno fatto sì che l'ideale, per così dire, si diffondesse e prendesse piede a livello comune. Aneddoto interessante e divertente da questo punto di vista quello che vede protagonista Bill Smith. Siamo durante il main WSOP del 1985. Come sempre la specialità prevista è NL Hold'em. Bill sta bevendo da tutto il pomeriggio e tra un drink e l'altro arriva in heads up contro T.J. Cloutier. Anche durante lo scontro finale l'anziano e chiusissimo player non accenna a smettere di trangugiare alcol e ben presto è chiaro a tutti che la sbronza sta assumento proporzioni colossali. 

 

Lo stato di ubriachezza cambia profondamente lo stile di gioco di Bill che rilancia praticamente ogni mano, fino a ché, dopo il solito rilancio preflop, T.J. decide di controrilanciare all-in. Smith ha tra le mani una misera coppia di tre, da sobrio certamente l'avrebbe buttata, ma con quella dose terrificante di cocktail nello stomaco hanno tutto un altro fascino e decide di chiamare biascicando di aver letto Cloutier in bluff. Le due mani per lo scontro finale sono dunque J-10 vs 3-3, un coinflip storico che regala la vittoria al finora unico campione del mondo ubriaco della storia delle WSOP!

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