Intervista a Irene Baroni: “Torno a Vegas con più umiltà e decisamente più organizzata”

Tra poche ore sarà in viaggio per Vegas, Irene Baroni. Si tratta per lei di un ritorno dopo anni nella capitale del gioco d’azzardo. L’abbiamo dunque contattata e scambiato con lei due chiacchiere a riguardo.

Ciao Irene. Allora, sei tornata al poker giocato dopo una pausa piuttosto lunga. Questa interruzione è stata dovuta principalmente…? E cosa ti ha spinto a ritornare ai tavoli da poker?

Ho smesso per lo stesso motivo che spinge tutti i giocatori a smettere: continuavo a perdere e non riuscivo più a vincere. Questo, unito al fatto che non avevo più uno sponsor alle spalle che mi coprisse le spese, mi ha fatto smettere. Così decisi di tornare al bridge, il mio primo vero amore. È stata dura, perché all’inizio non riuscivo a riprendere il ritmo. Dopo sei anni di stop dal bridge, è come per un maratoneta riprendere a gareggiare dopo sei anni passati a bere mangiare e oziare. Ma ce l’ho fatta, e ora che sono stata in panchina per due anni, mi è tornata la voglia di fare qualche torneo di poker. Ma questa volta il bridge non lo abbandono. So di non avere le capacità dei grandi, quindi il poker sarà per me soltanto un hobby con cui raggranellare qualche spicciolo, e se dovessi vincere qualcosa di grosso, ben venga!

Partirai per le Wsop, anche questo un ritorno. Che ricordi hai della tua esperienza passata e cosa ti aspetti da questo ritorno a Las Vegas? La tua prima bandierina Usa?

Di vegas ho tantissimi bei ricordi, e non vedo l’ora di atterrare! Ma le altre volte che andai, era più che altro per vacanza e per cercare di entrare nella storia. Questa volta voglio andare più umile e organizzata. Ho intenzione di giocare tanti satelliti, tornei low buy-ins e ladies events.

Quanti gironi sarai a Vegas e che programmi hai fatto?

Rimango 25 giorni. Il programma lo farò giorno per giorno, comunque parto con 7k di spending, e i tornei che faccio sicuramente sono il wpt da 565$, e i tre ladies event del rio (1k) dell’aria (375) e del venetian (400). Per il resto farò molti turboni serali del rio. L’obiettivo è scegliere tornei dove il field è più alla mia portata.

Secondo te oggi il Poker Made in Italy è più preparato rispetto a 5, 10 anni fa?

Il poker in italia ha fatto un enorme salto di qualità. Per migliorare bisogna confrontarsi giorno dopo giorno con gente che ne sa più di te, abbassare la cresta e ascoltare con umiltà. E per fortuna abbiamo giocatori come Kanit e Sammartino che hanno avuto la possibilità di fare questo percorso affiancati dai big del poker mondiale. E ora, grazie a loro, possiamo competere col resto del mondo!

E perché secondo te le donne che giocano, oggi forse tu sei l’unica in Italia, sono di numero nettamente inferiore a quello maschile?

Per giocare bene a poker (come per qualsiasi altra cosa nella vita), devi fare solo quello. Se è un hobby, rimarrà sempre tale. Io ho sempre giocato a carte per vivere, prima col bridge, poi col poker. E ora continuo col bridge principalmente, ma vedrò se tramite le esperienze negative degli ultimi anni, riuscirò a diventare una pokerista migliore. Ma le donne che giocano a carte per vivere sono una piccola percentuale, quindi giustamente lo fanno solo per hobby. E allora non hanno il tempo (ne la voglia) di studiare.

Dopo Wsop quali sono i tuoi progetti?

Dopo le Wsop ho un paio di mesi di vacanza, poi devo dare qualche esame all’università (sto frequentando lingue orientali), dopodiché ho un po’ di appuntamenti col bridge. E ovviamente a fine settembre ci sarà l’ifull commerce open a Barcellona, che farà grossi numeri, e spero di fare un bel risultato in onore del capitano Fabio Scepi!

Grazie e in bocca al lupo per tutto.

Grazie a voi, un saluto a tutti e fate il tifo per me.