Luigi Di Maio va avanti nonostante le tantissimi critiche che gli sono piovute addosso nelle ultime settimane. Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha deciso di mettere la parola fine alla pubblicità sul gioco d’azzardo e non vuole sentire ragioni…

Luigi Di Maio va avanti nonostante le tantissimi critiche che gli sono piovute addosso nelle ultime settimane. Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha deciso di mettere la parola fine alla pubblicità sul gioco d’azzardo e non vuole sentire ragioni…

Si continua a discutere e anche in termini molto accesi intorno al ‘Decreto Dignità‘ voluto dal Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Nelle ultime settimane infatti i toni si sono notevolmente alzati con l’intervento di diversi addetti ai lavori e non solo. Un tam tam mediatico che potrebbe portare ulteriori ritardi nell’iter parlamentare.

Su questa possibilità è però intervenuto ancora una volta, e sempre a ‘gamba tesa’, lo stesso Di Maio che ha voluto precisare:

Sto ricevendo attacchi incredibili sul Decreto Dignità. Mi stanno attaccando sul fatto dei contratti a tempo determinato, dicendo che io voglio far perdere i posti di lavoro in Italia, ma in realtà è tutto lì, è intorno al gioco d’azzardo. E questo tempo che c’è voluto per far pubblicare il decreto in Gazzetta Ufficiale, ha permesso ad alcune società di sottoscrivere i contratti in questi giorni per tirare a campare altri 6/7 mesi con la norma transitoria che permette di recedere dal contratto per mettersi in regola con la norma. Ma siccome loro vogliono fare i furbi e qui non ci stanno i fessi, adesso nella sede parlamentare in cui dobbiamo convertire il decreto, mettiamo una norma per rendere nulli anche i contratti stipulati in questi giorni che hanno fatto con i concessionari del gioco d’azzardo. Perché io posso ammettere tutto ma non posso assolutamente accettare che si arrivi a prendere in giro lo Stato.

Parole chiare del Ministro che non vuole assolutamente discutere sullo stop alla pubblicità. Del resto lo si era già capito fin dalla prima proposta del Decreto che i margini di contrattazione erano pressoché nulli.

Non si placano le polemiche sul controverso Decreto Dignità
Non si placano le polemiche sul controverso Decreto Dignità

Intanto avanza l’ipotesi di uno ‘sciopero’ dei concessionari per 24/48 ore, proposta arrivata dal Ceo di Microgame Massimiliano Casella:

Io non ci sto e propongo a tutti i concessionari dello stato il fermo e la pubblicazione sui nostri siti legali della scritta #vogliamoessereascoltati perché è un nostro diritto che le istituzioni non possono negarci. Le nostre competenze devono e possono essere utilizzate a favore di una migliore regolamentazione del gioco. Le porte in faccia non aiuteranno né i ludopadici né un settore con tanti posti di lavoro né le casse dello Stato né tantomeno i giocatori che trovano nel gioco legale una forma di puro intrattenimento e che, sbandati e confusi, potranno cadere vittima delle organizzazioni criminali che torneranno, come negli anni passati, a creare danni economici e a portare tanti soldini nelle casse delle Mafie.

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