Non si placano le polemiche sul divieto di pubblicità per i giochi. Anzi ad alimentarle ci ha pensato l’Autorità garante per le comunicazioni (AGICOM) che ha pesantemente bocciato il ban previsto dal Decreto Dignità.
Non si placano le polemiche sul divieto di pubblicità per i giochi. Anzi ad alimentarle ci ha pensato l’Autorità garante per le comunicazioni (AGICOM) che ha pesantemente bocciato il ban previsto dal Decreto Dignità.
Non si placano le polemiche sul divieto di pubblicità per i giochi. Anzi ad alimentarle ci ha pensato l’Autorità garante per le comunicazioni (AGICOM) che ha pesantemente bocciato il ban previsto dal Decreto Dignità.
Divieto di pubblicità al gioco sempre più discusso. Anche l’Autorità garante per le comunicazioni l’ha infatti definito una gran confusione che “danneggia i concessionari italiani in favore degli operatori illegali”. Ma soprattutto dà un ulteriore botta a un settore che non naviga certo nell’oro per le precedenti scelte.
E in questo senso, come si legge sul Corriere della Sera, AGCOM ha segnalato al governo delle “criticità interpretative e problematiche applicative” del divieto contenuto nel tanto discusso Decreto Dignità. Per l’Autorità bisogna distinguere tra gioco legale, di cui “va assicurata la conoscenza e promossa la consapevolezza”, e gioco d’azzardo, le cui attività “vanno distinte e colpite selettivamente”.
Lo stop invece “rischia di rendere più difficile distinguere tra offerta di gioco legale e illegale“. Un argomento sulla quale da sempre la stampa del settore ha puntato per discutere l’intero divieto che non fa altro che mettere ancora più in difficoltà chi da anni si è dedicato in maniera limpida e pulita al mondo dei giochi.
Intanto AGCOM, proprio per quanto detto prima, ha chiesto “una complessiva sistematizzazione del quadro normativo di riferimento che tuteli tutti gli interessi coinvolti”.
Un invito che ha come obiettivo la difesa di un settore, quello ovviamente legale, che impiega circa 300.000 persone e che contribuisce con un gettito fiscale da 10 miliardi di euro l’anno, circa l’1% del Pil. Ecco perché serve “un urgente intervento di riforma complessivo dell’intera materia che introduca strumenti più idonei ed efficaci per contrastare il fenomeno della ludopatia nel rispetto dell’iniziativa economica privata.”
Resta inutile quindi un “divieto assoluto della pubblicità”, meglio degli spot capaci di “indirizzare i giocatori verso il gioco legale e verso comportamenti responsabili di gioco!”
Per tutte le novità restate ‘sintonizzati’ con la nostra home o entrate nel nostro canale Telegram Notizie poker.