Pragmatico. Conoscete forse una parola italiana più dolce di questa? Dai ripetiamola tutti insieme, pragmatico. Sentite come suona bene, come le lettere p-e-r si mischiano insieme e si fondono in un suono imponente.
Pragmatico. Conoscete forse una parola italiana più dolce di questa? Dai ripetiamola tutti insieme, pragmatico. Sentite come suona bene, come le lettere p-e-r si mischiano insieme e si fondono in un suono imponente.
Pragmatico. Conoscete forse una parola italiana più dolce di questa? Dai ripetiamola tutti insieme, pragmatico. Sentite come suona bene, come le lettere p-e-r si mischiano insieme e si fondono in un suono imponente.
Per tutti quelli che stanno pensando che il fredo di queste ultime settimane mi abbia sconvolto il cervello posso solo dar loro ragione, ma solo in parte! Pragmatico significa improntato a senso pratico, a concretezza, senza pregiudiziali ideologiche. Una persona pragmatica è colui che bada al concreto, che guarda i fatti, una persona che bada solo ai fatti. Io ritengo di essere il capostipite della tribù dei pragmatici, il gran visir del pragmatismo, colui che ha fatto di questa parola la sua unica filosofia di vita!
La parole sono importantissime nella nostra vita. State sempre molto attenti a quello che la gente scrive e dice, date il giusto peso alle parole e alla loro composizione verbale. Bisogna riappropriarsi del significato dei termini. Non esiste la “Montagna Killer” (come spesso titolato dai quotidiani) quando un’escursione su sentieri non segnalati in condizioni climatiche impervie finisce male, ma esistono solo escursionisti impreparati e troppo spesso avventati che sfidano la sorte e quasi sempre perdono il coin flip.
Questo è un passo fondamentale della nostra crescita vitale. Diamo il giusto peso alle parole, non prendiamo sempre per oro colato tutto quello che ci viene propinato dai vari media, giornali, televisioni, radio, siti internet, sforziamoci di ragionare con la nostra testa una volta ogni tanto! Ah, già, ma se non ricordo male questo è un sito che parla di poker! Per forza di cose allora ci dobbiamo ricollegare al filo conduttore di tutto questo mio sproloquio, altrimenti non mi si pubblica l’articolo! Ed io ho un sacco di scadenze a fine mese!
Tra le decine, ma cosa dico decine, centinaia di lettere che mi arrivano alla mia casella mail, oggi vi voglio leggere quella di tale Lupetto da Corvetto:
“Ciao Marco, leggo sempre con grande attenzione i tuoi articoli sul superbo portale di PIW, e mi stava frullando per la testa questa idea: perché non scriviamo un libro dal titolo <Altre teorie del poker, dal server truccato ai dealer camuffati> per far capire alla gente “comune” il nostro mondo?
Caro Lupetto da Corvetto, ti ringrazio molto per la tua lettera, però io non credo che la tua sia una valida idea, mi spiego meglio.
Per tutti quelli che guardano da fuori il movimento del poker, resteremo sempre dei giocatori d’azzardo, dei bari da bisca clandestina, dei dilapidatori di patrimoni familiari, dei biscazzieri da saloon fumoso. Sappiamo bene che a parte rare eccezioni (le mele marce esistono dappertutto, il poker non ne è certo esente) la verità è molto diversa, ma per quanto noi ci sforzassimo a cercar di far cambiare idea alla gente non ci riusciremmo nemmeno in 12 bismiliardi di kunzilioni di anni! Questo perché la pressione mediatica esercitata da giornali, radio e televisioni schiaccia la nostra libertà di pensiero plasmando le menti della gente che si beve tutto quello che gli viene propinato senza sforzarsi di ragionare con la propria testa. Il poker è ovviamente solo uno dei milioni di esempi che ti potrei citare, ma essendo questa la nostra base di partenza a questo ci atteniamo.
La vera domanda da porsi è: “perché?” Perché vogliamo combattere come dei novelli Don Chisciotte contro i mulini a vento? Perché vogliamo a tutti i costi far cambiare idea alla gente che non la vuole cambiare? Perché non proseguiamo diritti per la nostra strada, senza macchia e senza paura, ma consapevoli di non poter cambiare la testa della gente? Badate bene alle mie parole e soppesatele per la loro giusta valenza. Io non critico coloro che provano a far capire la bellezza e l’onestà morale di questo gioco, e tutto quello che ci sta dietro, dalle skills, allo studio, all’adrenalina. Anzi ammiro e mi complimento sempre con tutti i cosiddetti “ambasciatori” del poker.
Io mi limito, con tutta l’onesta morale di cui sono capace, a dirvi francamente che mi sono letteralmente rotto i cosiddetti di cercare di spiegare che il poker non è un rovina famiglie e non può essere annoverato tra i giochi d’azzardo.
E allora torniamo alla magica parola iniziale, pragmatico. Io resto nel mio pragmatismo, prendo le cose come stanno, senza avere la briga di parlare a persone che non hanno voglia o interesse a starmi a sentirmi. Parlo di quello che faccio, dalla collaborazione con PIW, ai tornei che gioco sia online che live, con la massima sincerità e trasparenza, ma senza volere per forza cambiare il destino del mondo.
Per tutti quelli che storcono il naso o che criticano il mio modo di vivere il poker io ormai non mi alzo nemmeno più dal mio trono da re dei pragmatici!
Buon poker a tutti!
Marco Zanini