Poker e Viaggi: la mia vacanza negli Usa…e non solo!

Ragazzi, mi spiace dirvelo così su due piedi, ma non siamo esseri liberi. So, che detta cosí è un'affermazione un po' grossolana, ma sapete quanto mi piaccia essere politicamente scorretto, sopratutto qui in Pokeritaliaweb!

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Ragazzi, mi spiace dirvelo così su due piedi, ma non siamo esseri liberi. So, che detta cosí è un'affermazione un po' grossolana, ma sapete quanto mi piaccia essere politicamente scorretto, sopratutto qui in Pokeritaliaweb!

 

Se ci pensate bene converrete facilmente con me che la nostra situazione, da qualunque stato anagrafico la si guardi, non ci consente di ritenerci liberi al 100%. Siete studenti? Difficilmente vi sentirete liberi da esami, professori, tesi e tesine varie. Siete figli sulle spalle dei genitori? La vostra libertà è costantemente minata da regole, orari, giudizi e pregiudizi. Siete freschi possessori di casa? Impossibile liberarsi da mutui, amministratori di condominio e bollette varie. Siete lavoratori? Schiavi di datori di lavoro, capi, stato tartassante e, nel caso lavoraste in proprio, clienti esigenti e alcune volte pure insolventi.

Non siamo mai nati nella condizione di esseri liberi, schiavi di una società che con le sue imposizioni sociali e conformiste ci rende partecipi, nostro malgrado, di un party al quale troppe volte non abbiamo voglia di prendervi parte.

Mi spiace spiattellarvi la nuda verità nel pieno del periodo estivo, ma ci tengo a rendervi partecipi dei miei pensieri, oggi più che mai. Al momento in cui scrivo mi trovo piú o meno in mezzo all'oceano Atlantico, ad una quota di circa 10mila metri sul livello del mare. In Italia sono le 4.15 del mattino e l'angusto spazio che divido con mia moglie e altre 400 persone più o meno dormienti su questo Boeing della United Airlines mi permette di riflettere meglio.

Oggi parlo di Shangri-La, spazi magici in cui ognuno di noi puó rifugiarsi per sottrarsi, almeno temporaneamente alla schiavitù moderna. Non sempre uno Shangri-La è un posto reale, spesso è solo una serie di condizioni fisico mentali che ti portano ad un benessere che definirei di livello superiore. C'è chi gioca a poker, c'è chi colleziona francobolli, c'è chi fa running, potrei citarvi migliaia di Shangri-La, ognuno diverso, ma ognuno a suo modo magico.Il mio Shangri-La è il viaggio. Solo viaggiando mi sento davvero libero, spoglio delle congetture sociali alle quali siamo assoggettati. Una strada, un auto (solo con aria condizionata, obv) e posti nuovi da visitare, gente nuova da conoscere, scambio di informazioni tra persone uguali, ma allo stesso tempo molto diverse, per lingua, tradizioni e spesso anche costumi.

strada in WyomingCosa c'entra con il poker tutto questo mio rutilare? Bhe cominciamo col dire che quest’anno, partito da Denver in Colorado, sono stato anche in South Dakota, uno dei pochi stati in cui è legale giocare a poker anche al di fuori dei casinó. Cosi capita di fermarmi a Deadwood, letteralmente legno morto, rami secchi, e fare una sessione di poker cash. Non conta il livello a cui giocavo, il risultato finale o le mani giocate. Per queste cose ci sono pro e coach di Piw che ne parlano a profusione con giusta cognizione di causa; io sono qui per parlarvi di Sensazioni, con la S maiuscola.

 

Allora capita che al tavolo trovi qualsiasi tipo di persona e socializzare diventa una cosa normalissima, come se invece di essere ad un tavolo da poker fossimo al bancone di un bar con davanti una birra (coors light per me) e non una pila di fiches. Cosí in una serata che non vorrei finisse mai, capita di parlare con l'uomo di affari newyorchese, in vacanza con la famiglia, che, bontà sua e fortuna mia, non ha mai giocato a poker in vita sua, ma quella sera non sapeva che fare per passare il tempo mentre la moglie era nella SPA dell’albergo e i figli al minigolf li vicino. Poi c'è una signora sui 60, che pre flop non foldava neanche se gli sparavi, che tra una mano e l'altra trova il tempo di parlare dei suoi nipotini e di come si cucina un vero tacchino americano per la festa del ringraziamento. E ci sono anche quei due americani di chiara importazione asiatica che continuano a ruminare coscette di pollo in salsa piccante come se non ci fosse un domani. Le loro chips sono unte come l'olio in cui friggono le patatine al Mc Donald’s. Non conta il risultato finale, sto giocando ai micro limiti, non me ne frega nulla di perdere o vincere una o due poste. Non cambia di una virgola la mia concezione di poker. Quel che più conta però sono le Sensazioni che ne ricavo. Parafrasando uno scrittore famoso direi che non conta il traguardo, ma il viaggio che si è percorso per arrivarci. Il groove direbbe qualcuno, le good vibration direbbero altri. Il poker vissuto anche come strumento di socializzazione preferisco dire io. Shangri-La amici miei, Shangri-La.
 

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