Poker e Viaggi: e il meccanico Jeff mi chiese se conoscevo Dario Minieri

Seconda ed ultima parte del divertente viaggio negli Stati Uniti compiuto dal nostro Marco Zanini alla ricerca del suo Shangri-La. Marco nel Wyoming incontra Jeff, simpatico meccanico americano grande appassionato di poker e super tifoso di Dario Minieri

Poi capita che passando dal Montana al Wyoming, dove una città dista dall’altra un centinaio di chilometri ed in mezzo non c’è nulla, ma veramente il nulla assoluto, fermandoci a bere un caffè a Lander, paese rurale di 1000 anime al massimo, lontani almeno 50 miglia dalla prossima forma di vita abitata, la berlina noleggiata alla hertz abbia la malaugurata idea di lasciarmi con una gomma a terra. Nulla di grave fortunatamente, la gomma tiene fino dal meccanico. Un tipo molto cordiale, di età indefinibile tra i 35 e i 50 anni, con una pancia da bevitore di birra olimpionico, il classico meccanico americano che ti aspetteresti di trovare in un film horror. Il guasto è da poco e non necessita di particolari attenzione, una toppa alla vecchia maniera ed è tutto risolto.

Parlando con Jeff il meccanico bevitore di birra, resta estasiato dal sapere che proveniamo dall’Italia, anche se non sa bene dove si trovi e devo mostrargliela in una cartina appesa in ufficio, unta anche lei come le chips di prima. Muovendo il braccio verso la cartina Jeff nota il logo inconfondibile della picca di Pokerstars sulla mia polo, vecchio acquisto fpp, e mi chiede se sono un giocatore di poker. Ammetto che la domanda posta in tono un po’ ambiguo mi spiazza parecchio e non so cosa rispondere. Non vorrei aver incontrato il redentore delle anime peccatrici, cultore di qualche setta così tipicamente made in USA…. Opto per la verità e dico sono un appassionato di poker, piccolo giocatore (di grande stazza!) che collabora saltuariamente con un portale di poker.

Lo sguardo di Jeff si illumina e la seguente domanda è se conosco Dario Minieri. Ecco, qui ammetto che mi scappa una bugia a fin di bene…. Jeff era troppo eccitato per deluderlo. “certo che conosco Dario, siamo grandi amici!” Con un’innocente bugia ho fatto un uomo felice! Con fare quasi religioso Jeff mi fa vedere le fotografie che tiene sulla mensola in ufficio, dove oltre alla famiglia, capeggiano delle foto abbracciato a Negreanu, Hellmuth e Ivey, ricordo in una vacanza a Las Vegas nel 2009, dove ha giocato il 1500 delle WSOP con un satellite vinto online.

Da li si parte per la tangente parlando di poker, scandalo Full Tilt e sua risoluzione, blocco del gioco online negli Stati Uniti, lobby pseudo politiche che gesticono il mercato americano e si finisce al bar di fronte, a bere una birra dove vengo presentato agli altri pochi avventori non semplicemente come turista italiano, ma bensì come turista giocatore di poker italiano, e da li riparte di nuovo tutta la discussione su poker, tilt, online ecc ecc ecc. Ed ancora una volta poker visto come componente normalissima della società moderna, con cui dibattere se è o non è un gioco d’azzardo, ma comunque nella massima naturalezza e accettazione delle idee altrui senza il minimo preconcetto di fondo. E parliamo pur sempre di una cittadina rurale del midwest americano, molto legata al territorio, non di una metropoli cosmopolita.

E allora ancora per una volta sono nel mio Shangri-La, libero da bollette, clienti morosi, convenzioni sociali, falsi moralismi e pregiudizi vari.

Viva la libertà miei cari amici, ma sopratutto viva i nostri Shangri-La e lunga vita al poker!

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