Poker e Risate: dalle chat erotiche al poker live!

Finalmente la Cassazione si sbilancia e la notizia più attesa dagli uomini italiani ci giunge lieta: non è considerata prostituzione farsi pagare per delle conversazioni erotiche al telefono! Gioia, gaudio e tripudio, erano anni che in Italia si aspettava questa notizia così importante!

La Cassazione sentenzia in via definitiva che se ci si limita solo alle parole per eccitare il cliente e non si compiono atti sessuali sul proprio corpo non c’è reato di prostituzione. Cito testualmente: “le prestazioni vocali effettuate sia pure al fine di eccitare sessualmente l'interlocutore non possono equivalere a prestazioni sessuali se non impegnano zone corporali erogene della persona che si fa pagare”

Con questa motivazione la Terza Sezione Penale di Milano ha annullato la condanna per sfruttamento della prostituzione affibbiata ad un signore che faceva delle telefonate erotiche ad una ragazza per conto di un suo cliente (e detto tra di noi non voglio sapere che legami ci fossero tra il cliente che commissionava il “telefonante” e la ragazza che riceveva la telefonata, posso solo immaginarlo e non è una bella cosa!)

Io, come ho saputo di questa entusiasmante notizia, ne ho approfittato subito per aprire un circolo di poker, dove su ogni tavolo ho fatto installare dei telefoni attraverso i quali, durante lo svolgimento della mano si può dichiarare il fold, il call, il reise, la 3bet e quant’altro, il tutto senza però toccare fisicamente una chips. Stando alla Cassazione questo mi dovrebbe mettere al riparo da ogni condanna per gioco d’azzardo!

A quanto pare una parola in più o in meno, o come in questo caso una “toccata” in più o in meno, cambia l’esito della giustizia!

Infatti, proprio per aggirare la chiusura dei circoli voluta dall’allora ministro degli interni Roberto Maroni, mi vien da dire una vera e propria “maronata”, alcuni circoli avevano inventato il sistema farlocco del cosiddetto “on-live”. In pratica ci si ritrovava tutti attorno al tavolo da poker, ma invece di carte e chips i giocatori avevano un bel palmare collegato ad un server che regolava il gioco come se ci trovassimo su una sala online. Personalmente allora io preferisco starmene a giocare a casa mia davanti al pc in pantafole e canotta (orripilante visione!) che non andare in un surrogato live che non è ne carne ne pesce, ma tant’è, come si suol dire fatta la legge trovato l’inganno, oppure facta lex inventa fraus se vogliamo dirla alla latina. Non si può giocare a poker al di fuori dei casinò, ma pare che io sia l’unico ad andare nei circoli svizzeri quando voglio giocare live!

Signori nella stanza dei bottoni, dopo aver spostato tutte le slot lontano di 500 metri dai minorenni, aver messo una tassa sulle bevande gasate, aumentato un po’ la benzina (questo dell’aumento del carburante è un classico che non muore mai!) e aver risolto lo sconvolgente problema delle chat erotiche, mi fate cortesemente avere, con chiarezza ed un volta per tutte, una normativa che regolamenti o al limite proibisca, ma in maniera seria e definitiva, il poker live in Italia? Perché io francamente non ci sto più capendo un beneamato “beep”

D’altronde se darla via per telefono non costituisce più reato, perché dovrebbe esserlo farsi una partitina a poker al di fuori dei casinò in appositi ed idonei locali?

Marco Zanini

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