Ognuno ha le sue paure e fobie e i poker player non fanno eccezioni. Tanto per fare un esempio banale Mike Matusow ha sempre paura di essere outplayato, per questo ultimamente nei tornei non folda nemmeno se gli spari nei polpacci da sotto il tavolo.
Gli esiti son quasi sempre catastrofici, difficilmente Mike arriva alla pausa cena, ma questo è un discorso privato tra lui ed il suo psicanalista (che nel frattempo si sta costruendo una mega villa con piscina nei pressi di Las Vegas)… Tornando a fobie più comune va menzionata quella di Bertrand 'Elky' Grospellier. Il francese, classe 1981, con più di 10milioni di dollari vinti in carriera, uno dei pochi eletti ad aver centrato la triple crown (WSOP, WPT, EPT) ha la folle paura dell’altezza.
Un mio amico erudito direbbe che ha una distorsione della percezione sensoriale. In poche parole soffre di vertigini. Pare che sia così fottutamente spaventato dall’altezza che ha nascosto nello sgabuzzino Ludovic Lacay per cambiargli le lampadine bruciate del lampadario in sala. Il buon Elky per esorcizzare questa sua paura ha avuto la saggia idea di fare bungee jumping a Macao, buttandosi (legato obv!) da una torre di 230 metri di altezza.
Direi che mi sembra un rimedio leggermente drastico. Grospellier ci fa sapere di non aver dormito le notti precedenti al 'grande salto' per la fifa blu che aveva addosso, pensando alle scuse più assurde da dire per rinunciare all’impresa, ma poi per non deludere le aspettative di tutti i suoi fans, afferrato il coraggio a due mani, si è letteralmente lanciato nell’impresa. Sale sul grattacielo, si fa imbragare, da una sbirciata al selciato distante più di 100 piani (probabilmente pensa che quando torna a casa dovrà cambiarsi le mutande) e poi si butta giù urlando a pieni polmoni: SE SEI MONEY SCARED STAI A CASA TUA!!!
Passando di pro in pro (o saltando di pro in pro preferirebbe dire Elky) si fa presto ad arrivare al danese Gus Hansen. The Great Dane, classe 1974, braccialettato WSOP e 3 titoli WPT in cascina, Gustavo si definisce comunque un giocatore prevalentemente di cash game high stakes e nella sua ultima twittata dichiara: “essere più concreto e costante nelle partite cash game high stakes in questo momento è il mio traguardo principale”.
Da quando ha riaperto i battenti Full Tilt, il pro danese ha già perso l’esorbitante cifra di 2,4 milioni di dollari… Direi che per il momento non mi sembra molto concreto… e mi auguro che la costanza che stia perseguendo non sia quella del picco più profondo! Un grafico da far concorrenza a quello di Guy Lalibertè! Tutte queste dichiarazioni e prove di forza mi fanno proprio pensare che il mondo sta andando al contrario.
A riprova di tale mio pensiero è il fatto che Pokerstars, colosso dell’online, si sta accordando per comprare un casinò ad Atlantic City. Si tratta del mitico Atlantic Club Hilton Casino, un operazione valutata dal Wall Street Journal in 50 milioni di dollari. Dall’altra parte della barricata la Caesars Entertainment Corp, multinazionale di Las Vegas, proprietaria di oltre 50 resort/casinò, oltre che del brand WSOP, ha annunciato che presto entrerà nel mercato online, chiedendo una licenza al Gaming Control Board del Nevada, dove a breve si dovrebbe poter tornare a giocare anche online.
Qui nessuno vuol stare più al suo posto, questa inversione di ruoli mi sconcerta! A questa notizia pare che anche Giulio Astarita, soprannominato “astaritta” dalle sue amiche che meglio lo conoscono, da sempre in bilico tra l’ottima attività di super manager per pokerstars.it e quella di poker player che gli sta facendo chiudere l’anno con un profit netto che supera i 100mila euro, abbia dichiarato: “E mo io me compro il Colosseo e ce organizzo dentro il Colosseum poker tour!” Giulio, te vojo bene, passami du spicci!!!!
Marco Zanini