Non posso iniziare questo pezzo senza raccontarvi un po’ di storie realmente accadute. Storie di poker, ma anche di politica. Storie che iniziano più di mezzo secolo fa ed arrivano ai giorni nostri.
Non posso iniziare questo pezzo senza raccontarvi un po’ di storie realmente accadute. Storie di poker, ma anche di politica. Storie che iniziano più di mezzo secolo fa ed arrivano ai giorni nostri.
Non posso iniziare questo pezzo senza raccontarvi un po’ di storie realmente accadute. Storie di poker, ma anche di politica. Storie che iniziano più di mezzo secolo fa ed arrivano ai giorni nostri.
È cosa risaputa che il gioco del poker é ancorato nella tradizione americana, fino al punto da coinvolgere gli uomini più potenti del mondo.Nel 1946 Richard Nixon veniva eletto presidente degli stati uniti d’America. Da allora disse basta al poker giocato. Non era considerato eticamente corretto che un uomo della sua posizione si dedicasse ad un gioco a soldi. Però l’inizio della luminosa carriera politica di Nixon parte proprio da questo gioco. É stato infatti durante il periodo della seconda guerra mondiale, nel 1942 per la precisione, in cui Nixon, allora ventinovenne, ha servito in marina di stanza nell’oceano Pacifico, che si é guadagnato i soldi per la sua prima campagna elettorale! Si parla di una cifra di circa 6000 dollari, parecchi soldi per il periodo.
Considerato un giocato re tight-aggressive questo é uno stralcio di una sua autobiografia: “Trovo che giocare a poker sia stato divertente e redditizio, ho imparato che le persone che hanno una buona mano sono di solito quelli che parlano di meno e quelli che sono in bluff tendono a parlare ad alta voce” Anche se Tip O’Neil, che in seguito sarebbe diventato presidente della camera, soleva affermare su Nixon: “Ogni ragazzo che urla per un piatto da 40 dollari, non può diventare presidente degli stati uniti!” Segno che Nixon era piuttosto inkazzoso al tavolo!
Molti presidenti degli Usa sono stati appassionati di poker: Ulysses S. Grant, Theodore Roosevelt, Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman, Dwight Eisenhower e Lyndon Johnson tanto per citare solo i più famosi.
Truman addirittura aveva un set da poker con impresso il sigillo presidenziale! Si narra che il 4 marzo 1946, durante un viaggio in treno verso il Missouri, in compagnia di Churchill, dove il primo ministro inglese avrebbe pronunciato lo storico discorso sulla “cortina di ferro”, i due giocarono a poker fino alle 2 e mezza del mattino! Durante la distribuzione della prima mano Churchill disse: “Signor presidente, va bene se durante la partita di poker ti chiamò Harry? “Va bene Winston!” Rispose Truman”.
Da allora fino ai giorni nostri la storia americana è costellata di presidenti che giocano a poker per diletto. Lo stesso Obama ha dichiarato, durante la campagna elettorale del 2008, di essere stato un discreto giocatore di poker ai tempi del college. Chissà che mtt da favola verrebbero fuori alla casa bianca, con quei finestroni luminosi e tutte quelle sale piene di sedie e tavoli!
Anche in Italia il gioco delle carte ha sempre avuto un certo fascino sui nostri politici. Non si parla di poker, ma di scopone scientifico. Come non ricordare la mitica partita a carte tra Pertini, Bearzot, Zoff e Causio, sul l’aereo di ritorno da Madrid con i giovani campioni del mondo del 1982! Che tempi gloriosi!
Ai giorni nostri invece, escluso Mario Adinolfi, non ho particolari notizie di politici appassionati di poker, alcuni forse di scopa, in senso letterale, ma di poker son abbastanza sicuro che non ce ne siano…..
E allora aboliamo l’imu, come proposto da entrambi le fazioni politiche, aumentando le tasse su alcool, tabacchi, scommesse e giochi; facendo finta di ignorare che siamo un popolo che, chi piú chi meno, beve, fuma scommette e gioca. Da una parte ci tolgono l’imu, dall’altra ci rincarano i prezzi, ma la convenienza dove sta?!?!?!
Rivoglio Truman e Pertini! Buon anno a tutti!
Marco Zanini