Se i giocatori di poker professionisti dovessero giocare a calcio quale sarebbe l’undici perfetto? Io ho provato a compilare la squadra perfetta, inserendo nel mio team giocatori del calibro di Luca Pagano, Max Pescatori, Phil Ivey e Phil Hellmuth.
Se i giocatori di poker professionisti dovessero giocare a calcio quale sarebbe l’undici perfetto? Io ho provato a compilare la squadra perfetta, inserendo nel mio team giocatori del calibro di Luca Pagano, Max Pescatori, Phil Ivey e Phil Hellmuth.
Se i giocatori di poker professionisti dovessero giocare a calcio quale sarebbe l’undici perfetto? Io ho provato a compilare la squadra perfetta, inserendo nel mio team giocatori del calibro di Luca Pagano, Max Pescatori, Phil Ivey e Phil Hellmuth.
Portiere:
Qui la scelta è una sola, indissolubile ed indiscutibile. In porta ci metto Greg “bigmac” Raymer. La mia più che una scelta tecnica è una scelta geometrica. Una porta di calcio è alta 2,44 metri e lunga 7,32, più o meno lo stesso giro vita del vincitore delle WSOP 2004. Con un portiere di peso come Greg, lo spazio vuoto nella porta si riduce drasticamente!
Difensori:
Io opto per una difesa a quattro. Due centrali cattivi, due cagnacci sempre pronti a mordere le caviglie degli attaccanti avversari. Due pitbull con gli occhi iniettati di sangue. In questo ruolo ci vedo bene Mike “The mouth” Matusow che potrebbe stordire gli avversari con il suo trash talking e Tony G che dal canto suo potrebbe stordire gli avversari con il suo alito fognato pieno di gin. Ai lati della difesa mi piacerebbe avere due terzini fluidificanti che spingono molto sulle fasce. Per un compito importante del genere la scelta ricade su i nostri Luca Pagano e Max Pescatori, due tra i giocatori più assidui e costanti di tutto il circuito, due che sarebbero in grado di correre per tutti i 90 minuti della partita tra reise ed allin random.
Centrocampisti:
La spina dorsale di una squadra di calcio, l’anello di congiunzione tra difesa ed attacco. Ci vuole gente con piedi buoni e cervello fino, con in più un pizzico d’estro e fantasia. Per cui le scelte si fanno infinitamente più difficili. Ok, per il regista è facile. Il mitico numero 10, nonché capitano della squadra, andrebbe a Phil Ivey. Non a caso viene considerato il miglior giocatore al mondo, i piedi buoni sono assicurati. Magari come capitano con il ruolo di tenere unito lo spogliatoio non è proprio il suo mestiere, visto che l’ultima volta che l’ho sentito dire una frase con più di 5 parole era il 1996, ma di sicuro con lui in campo la squadra sale notevolmente di livello tecnico. Se poi vogliamo un centrocampo fantasioso con squadra bilanciata verso l’attacco, bisogna scegliere degli spewer senza paura. Si sa già a chi penso. Tom Dwan, se c’è un giocatore aggressivo fantasioso di sicuro è lui! Poi per non farci mancare nulla in fatto di estro metterei dentro anche il nostro Darietto Minieri. Bisogna vedere contro chi si gioca però. Se l’avversario è una squadra improntata sul gioco fisico, c’è il rischio che il nostro Dario ce lo rompano al decimo del primo tempo. Centrocampo fantasioso, ma un po’ gracile. Ci serve un giocatore posizionato davanti alla difesa, un mediano degli anni ‘80, che magari al posto dei piedi ha due tombini di ghisa, ma se non trova la palla trova sempre la caviglia. Una vera roccia insomma. Io scelgo un player iper nitty, che se fa un double up random, le fiches non gliele porti via nemmeno sotto tortura. Un player della vecchia scuola, uno come Erick Seidel per esempio. Alto, massiccio, nitty, con un naso così pronunciato che riesce a spintonare gli avversari senza farsi vedere dall’arbitro.
Attaccanti:
Sicuramente la parte più delicata della squadra. Quella dove le chiacchiere da bar si sprecano a profusione. Ognuno ha le sue idee in merito. Io opterei per due pezzi da novanta che la buttano sempre dentro. Uno di sicuro è Phil Hellmuth. I suoi 13 braccialetti con annesso record di ITM WSOP sono una solida garanzia del gol. Il rischio è che essendo una primadonna ci rovini lo spogliatoio, ma non credo che ci si possa permettere di tenerlo fuori rosa. Con il secondo attaccante sono molto combattuto, ma dopo lunghi pensieri la scelta ricade a cuor sereno su Jason Mercier. Il 27enne americano ha dimostrato dalla vittoria dell’EPT sanremese del 2008 una costanza di risultati impressionante, tale a mio modesto avviso, da meritarsi la convocazione in squadra.
Commissario Tecnico:
Non potevo chiudere la distinta senza scegliere l’allenatore. Che ovviamente può essere solo Doyle Brunson, the poker legend. Non avendo più l’età per scendere in campo, ho deciso di metterlo in panchina. D'altronde in un editto papale del 1624 c’è chiaramente specificato che quando si parla di poker il nome di Doyle, in un modo o nell’altro, deve sempre essere menzionato. Io me lo immagino un po’ un coach alla Vujadin Boskov: “rigore è quando arbitro fischia!”
Questa è il mio top undici, suscettibile di modifiche e miglioramenti. Il vostro quale sarebbe?
Marco Zanini