Poker e Politica: Dwight David Eisenhower e la sua passione per il poker

Dopo avervi scritto il mese scorso di come Nixon si fosse finanziato la sua prima campagna elettorale con i soldi guadagnati giocando a poker in marina, oggi è la volta raccontarvi la vita di Dwight David “Ike” Eisenhower.

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Dopo avervi scritto il mese scorso di come Nixon si fosse finanziato la sua prima campagna elettorale con i soldi guadagnati giocando a poker in marina, oggi è la volta raccontarvi la vita di Dwight David “Ike” Eisenhower.

 

Dwight David Eisenhower e’ nato nel 1890 a Denison in Texas, dove ha intrapreso la carriera militare studiando all’accademia di West Point, aumentando il suo stipendio, ed alleggerendo quello dei suoi commilitoni, proprio grazie al poker!


In una sua biografia, il futuro presidente degli Stati Uniti racconta di aver imparato il gioco da un certo Bob Davis, semianalfabeta che viveva sulle rive del fiume Abilene in Kansas. Pur se semianalfabeta questo Davis era una specie di genio matematico ed ha insegnato ad Eisenhower che il poker è un gioco basato sulla logica. Logica che Ike avrebbe imparato ad usare a suo favore a partire dal 1911 quando entra a West Point ed inizia a ripulire sistematicamente le tasche dei suoi colleghi di corso, capendo rapidamente che la maggior parte degli altri studenti ufficiali non sapeva nulla di probabilità e percentuali.


Bandiera Stati uniti D'AmericaLaureatosi a West Point nel 1915 con ottimi voti, pare che proprio quel Natale abbia regalato alla sua futura moglie Mamie, dei costosi gioielli, comprati (od addirittura vinti) con i proventi del poker. Durante il suo primo impiego come addestratore di reclute per la prima guerra mondiale, fu invitato a prendere parte ad una partita di poker tra alti graduati militari, in presenza addirittura di un generale; a fine serata il portafogli di Eisenhower era così gonfio che non fu più invitato a tornare. Una parte memorabile della sua vita fu quella che condivise con il generale Patton. Di giorno i due studiavano strategie militari e di sera si divertivano a giocare a poker. Ed il gioco espresso rispecchiava la strategia militare. Patton, che proveniva da una famiglia ricca ed agiata, era decisamente più aggressivo, sempre pronto a gamblare un flip o a puntare i carri armati contro le linee nemiche. Eisenhower era di natura più tight, proveniente da una famiglia di umili origini, attendeva il momento buono per sferrare un attacco letale, sia nel poker che nella guerra.

A differenza di Nixon, che durante le presidenziali si è sempre vantato di essere un buon giocatore di poker, Eisenhower non farà mai menzione delle sue partite al tavolo verde. Eletto come 34esimo presidente degli Sati Uniti d’America, dal 1953 al 1961, smetterà di giocare a poker per un senso d’onore. I suoi biografi sostengono  che abbia smesso perché si sentiva troppo superiore ai suoi avversari e trovava immorale che un uomo del suo rango sfruttasse economicamente gli errori dei suoi colleghi e degli uomini posti sotto il suo comando.

O forse, più semplicemente, sapendo che molti provavano rancore ed invidia nei suoi confronti e si sedevano al tavolo da gioco con dei coltelli nascosti negli indumenti, ha più saggiamente ritenuto che fosse arrivato il tempo di appendere le carte al chiodo.

Marco Zanini

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