Gente di Poker: Theo Jorgensen, il poker pro padre di famiglia

Theo Jorgensen nasce a Roskilde, ex capitale della Danimarca, nel 1972. Fanatico di calcio, viene introdotto da amici al poker, dove nel 2004, al suo primo anno di vera attività, vince un torneo in una delle varianti più complesse: il seven card stud a Baden, torneo che gli frutta 125mila dollari.

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Theo Jorgensen nasce a Roskilde, ex capitale della Danimarca, nel 1972. Fanatico di calcio, viene introdotto da amici al poker, dove nel 2004, al suo primo anno di vera attività, vince un torneo in una delle varianti più complesse: il seven card stud a Baden, torneo che gli frutta 125mila dollari.

 

Nel suo palmares spicca anche un braccialetto WSOP Europe nel 2008 nel Pot Limit Omaha che gli fa incassare quasi 400mila dollari, ed un titolo WPT nel 2010 a Parigi per 848mila dollari di premio. Attualmente team pro di Pokerstars, in carriera vanta vincite complessive per 3,6 milioni di dollari che lo portano ad essere il terzo giocatore danese più vincente di sempre. (I primi due, praticamente irraggiungibili, sono Gus Hansen e Peter Eastgate con oltre 11 milioni di dollari a testa) Anche se vale la pena ricordare che Theo è l’unico dei tre a risiedere ancora in Danimarca, visto che Hansen risiede a Montecarlo e Eastgate risiede a Londra.

Gli inizi nel mondo del poker vedono Jorgensen dall’altra parte della barricata, infatti per un paio di anni ha fatto il dealer in un casinò di Copenaghen, cosa che gli permette di imparare molto bene le varianti ed affinare la tecnica strategica. Inizia a giocare con una certa costanza agli inizi del 2000, ma senza dedicarsi al poker a tempo pieno. Il suo stile è quello tipico dei giocatori scandinavi, iper aggressive, qualunque cosa significasse questa parola in un era pre internet.

Grande amante del circuito EPT è stato uno dei pionieri di quei tempi e ricorda sempre con una punta di nostalgia quando lo stack iniziale era di solo 10.000 chips ed il buy-in di mille euro. Il suo miglior risultato nel circuito EPT è il quarto posto ottenuto nella tappa di Londra 2013 dove vinse 275mila euro. Negli ultimi anni non lo si vede mai varcare l’oceano per andare alla ricerca del suo secondo braccialetto. Questo perché, come lui stesso ha dichiarato in un’intervista: “da quando devo pagare al fisco almeno il 50% delle vincite lorde ottenute nei tornei fuori Europa, il sogno di vincere un altro braccialetto non è poi così allettante! Preferirei di gran lunga vincere un titolo EPT, piuttosto che un braccialetto WSOP, fatta eccezione per il solo main event”.

Jorgensen durante le WSOPE proprio nel main event WSOP nel 2010 ha ottenuto un ottimo trentesimo posto su un field di 7319 iscritti che gli ha fruttato 255mila dollari. Competitivo fino al midollo, qualche anno fa ha sfidato il suo connazionale Hansen in un incontro di boxe. All’inizio i due dovevano sfidarsi a squash, ma essendo uno sport nel quale Gus si trova particolarmente a suo agio, i due hanno preferito giocarsela a suon di cazzotti.

La motivazione principale per Jorgensen era quella di rimettersi in perfetta forma fisica, forse non era abbastanza motivato per andare in palestra, fatto sta che dopo sette mesi di allenamento massacrante, i due sono saliti sul ring, mettendo sul piatto 35mila dollari per il vincitore. Theo le ha prese di santa ragione, ma almeno si è rimesso in perfetta forma fisica! Il 3 dicembre 2012 è stato vittima di una rapina. Tre persone si sono introdotte nella casa del poker pro danese minacciando lui e la sua famiglia di consegnargli tutto il denaro che aveva in casa.

Il colpo era premeditato, i malviventi sapendo che Theo era un giocatore di poker high stakes erano convinti che tenesse un sacco di denaro in contanti. Jorgensen si è pure preso tre colpi di pistola alla gambe; incidente dal quale è completamente guarito sia a livello fisico che mentale. Sposato con prole, come lui stesso ama ripetere è prima un uomo di famiglia che non un giocatore di poker. Dall’alto dei suoi 43 anni, che nel mondo del poker fanno quasi età della pensione, il danese è riuscito a creare un perfetto equilibrio tra poker e vita familiare, cosa non così scontata come potrebbe sembrare a pima vista.

Ho due figli, di sei e nove anni e mi piace prendere tempo lontano dal poker per stare con la mia famiglia, anche se amo il poker ed una cosa è certa: si può sempre migliorare il proprio gioco, per cui al momento mi riesce difficile immaginare una vita senza le carte in mano!

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