Poker Live: quanto conta la fortuna per vincere un torneo?

Quanto conta la fortuna per vincere un torneo di poker live? è più importante l’abilità del giocatore o riuscire a vincere il colpo decisivo partendo da sfavorito? o il giusto mix è una buona abilità del giocatore e un pizzico di buona sorte?

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Quanto conta la fortuna per vincere un torneo di poker live? è più importante l’abilità del giocatore o riuscire a vincere il colpo decisivo partendo da sfavorito? o il giusto mix è una buona abilità del giocatore e un pizzico di buona sorte?


Ho letto parecchie interviste rilasciate dai vincitori dei braccialetti WSOP. Almeno il 90% di loro mette in evidenza di aver vinto grazie a dei colpi fortunati, potrebbe essere che il poker è un gioco di abilità (e su questo non c’è alcun dubbio) deciso nei momenti chiave dalla fortuna?

 

Perché la maggior parte dei braccialettati dice di aver vinto grazie a dei colpi fortunati e non perché hanno giocato nettamente meglio degli altri? Forse, molto più semplicemente, si ha una percezione più accentuata del colpo fortunato (o sfortunato se vi capita contro) che non di 3-4 giorni di torneo giocati perfettamente oppure costellati di errori più o meno evidenti.

Il poker in Italia è indubbiamente un gioco giovane. Se escludiamo le partite casalinghe fatte durante le festività natalizie, paghiamo un gap generazionale nei confronti degli USA di almeno 30 anni. Gli USA sono la scuola trainante del poker mondiale, vuoi per tradizione, vuoi per numero di giocatori, vuoi per una mentalità mediatica decisamente diversa da quella sviluppatasi in Italia. E’ molto divertente leggere un post pubblicato da un utente su un noto forum americano, dove chiede di che nazionalità siano i giocatori che si preferisce avere al tavolo.

Traducibile più o meno con un: di che nazionalità sono i giocatori più scarsi? Premettendo ovviamente che la discussione è molto soggettiva e risulta fin troppo banale generalizzare un’intera nazione in una singola categoria di giocatori è interessante vedere le risposte date. Molti trovano dei veri donk nei player greci, considerati eccessivamente loose e facile da intrappolare. Il post si chiude con un laconico “peccato che ci siano così poker player greci ai tavoli!

Uno dei tavoli finali delle WSOP 2013Altri invece trovano +ev giocare contro player dell’est Europa, russi ed ucraini in primis, considerati dei super nitty, facilmente outplayabili e prevedibili. Soprattutto i russi, che secondo un altro utente hanno il problema che foldano sempre da bottone. E qui parte la prima contestazione: mai visto in vita mia un russo/ucraino nitty, difficile vederli foldare più di tre mani di fila. Vai a dare del nittone a Oleksii Kovalchuk e poi vediamo se non ti tribetta in faccia due manate!

I russi sono veramente presi di mira, sembra quasi che la guerra fredda non sia del tutto finita! Nell’ordine vengono definiti: Troppo nitty, troppo loose, con i range troppo polarizzati, capaci di chiamare una 4bet fuori posizione con K5off, sempre attaccati alla bottiglia di vodka mentre giocano, incapaci di foldare al river, foldatori al river su pot ormai committed…. Insomma tutto ed il contrario di tutto. Proprio gli americani odiano i player russi!

Ed ancora brasiliani, coreani, cinesi, australiani, irlandesi, austriaci, belgi, svizzeri, polacchi, estoni e più in generale tutti i player dell’Europa dell’Est sono considerati una vera manna dal cielo quando ti arrivano ai tavoli. Dalla sfilza di nazioni brocche a poker (sempre considerando gli utenti del forum americano) si salvano solo tedeschi, inglesi e scandinavi. E gli italiani? Bhe, diciamo che più che altro non vengono quasi mai menzionati, ne in bene ne in male. Sarà perché da anni le sale .it hanno impedito il confronto con i giocatori americani, ma ben pochi utenti ci prendono in considerazione.

Solo uno di loro ci definisce “the biggest fish” del poker. Il mondo è bello perché vario, ma è sempre divertente notare come, in un gioco che ormai potremmo definire multietnico, si è sempre pronti a fare comunella contro dei ‘nemici’ comuni.  D’altronde si sa che gli americani si considerano gli sceriffi del mondo e la loro parola è legge!

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