Questa è una breve storia triste. Ogni riferimento a persone esistenti o fatti realmente accaduti è puramente casuale e chiunque si riconosca nei fatti che sto per narrare ha urgente bisogno di cure psichiatriche.
Questa è una breve storia triste. Ogni riferimento a persone esistenti o fatti realmente accaduti è puramente casuale e chiunque si riconosca nei fatti che sto per narrare ha urgente bisogno di cure psichiatriche.
Questa è una breve storia triste. Ogni riferimento a persone esistenti o fatti realmente accaduti è puramente casuale e chiunque si riconosca nei fatti che sto per narrare ha urgente bisogno di cure psichiatriche.
C’era una volta, in un circolo lontano lontano, un giocatore di poker amatoriale. Tale Sigismondo Sfrantumaroni. D’ora in avanti per facilità di abbreviazione lo chiameremo semplicemente Sigi. L’acronimo del nome e cognome “SS” credo sia vietato dalla convenzione di Ginevra del 1945.
Sigi conduceva una vita tranquilla, garantita dall’anonimato di cui si era volutamente circondato. Aveva avviato una piccola quanto redditizia attività imprenditoriale: produceva e commerciava sostanze psicotrope.
E’ nella solitudine della sua serra, non raggiunta dalla banda larga, che decide di comprare tre cani con il duplice scopo di compagnia nelle lunghe giornate e protezione della propria attività commerciale. Così, in uno scellerato giorno di tarda estate, Sigi si reca al mercato del Circolo Lontano Lontano, dove grazie a delle amicizie in comune con altri giocatori amatoriali, tra parentesi suoi affezionati clienti, riesce a farsi regalare tre cani meticci. Il termine “bastardini” suona vagamente razzista.
Tornato nella sua baracca tra le colline del Circolo Lontano Lontano, nutre amorevolmente i suoi tre cani, circondandoli di tutto ciò che gli abbisogna. Gli farebbe anche vedere “pokeritalia24” se non avesse tristemente chiuso i battenti pochi mesi prima.“Chi si ergerà ora tra di noi e l’ignoranza pokeristica?” Si chiede incupito Sigi, rivolto ai tre meticci. I quali, per loro stessa natura, non sono minimamente interessati al quesito.
Dopo pochi giorni di febbrile lavoro, Sigi trova il nome giusto per i tre cani: flop, turn e river. Flop è il cane più bravo, sempre fedele al suo padrone, non gli nega mai una top pair con un kiker decente, una progetto nuts con un eventuale backdoor, insomma è il tipico cane di bella speranza.Turn è un cane molto più problematico. A lui non frega niente del suo padrone. Se Sigi lo chiama: “Turn, vieni qui!” lui caga sul tappeto della sala. Non chiude progetti, a volte doppia il board ed a volte mette delle overcard, insomma un cane difficile da gestire, soprattutto fuori posizione.Il vero problema però è il terzo cane, River. Quante volte Sigi ha pensato che se non ci fosse stato River sarebbe stato milionario!
River è il cane che nessun giocatore amatoriale che vive nel Circolo Lontano Lontano vorrebbe avere. Chiude progetti che noi non abbiamo, mette l’ennesima carta coordinata sul board, ma mai la nostra. Ci fa restare nel dubbio amletico che l’unica mano che battiamo è un bluff, ma sappiamo bene che quasi mai il giocatore amatoriale del Circolo Lontano Lontano bluffa al river. Sigi, con il suo cane River, è ormai giunto alla disperazione. Durante un thè pomeridiano si confida, in cerca di aiuti, con il suo amico scienziato russo Ivan Pavlov. Diciamolo francamente: uno che di cani se ne intende!
Pavlon, che alcuni di voi potrebbero contestarmi il fatto che sia morto a Leningrado nel 1936, ma essendo questa una storia surreale tutto mi è lecito, consiglia a Sigi un metodo di riflesso condizionato nel quale solo ad un suo comando preciso, il suono di una campanella ad esempio, River si manifesta sul board.
Il problema sembrerebbe risolto; Sigi conduce un’esistenza felice ed equilibrata, con i suoi cani e le sue sostanze psicotrope, ma non aveva fatto i conti con l’avidità, la cupidigia e l’invidia insite negli abitanti del Circolo Lontano Lontano. Un giorno, nel bel mezzo di una sessione, avvisati da una telefonata anonima, i caschi blu dell’ONU, in un’operazione congiunta con i Navy Seals ed i Berretti Verdi, fanno irruzione nella serra di Sigismondo ed in mancanza di una regolamentazione certa si trovano costretti a sequestrargli i cani. Sigi è ovviamente disperato, ormai si era affezionato a Flop, Turn ed anche a quel discolo di River.
L’unica consolazione è che la sua attività di produzione e smercio di sostanze psicotrope non è stata presa in considerazione dalle forze dell’ordine.
Marco Zanini