Nuovo appuntamento con la rubrica preferita nella pausa pranzo dai camalli del porto di Genova. Oggi si parla di tilt live e di chat online. Gus Hansen e Daniel Cates grandi protagonisti.
Nuovo appuntamento con la rubrica preferita nella pausa pranzo dai camalli del porto di Genova. Oggi si parla di tilt live e di chat online. Gus Hansen e Daniel Cates grandi protagonisti.
Nuovo appuntamento con la rubrica preferita nella pausa pranzo dai camalli del porto di Genova. Oggi si parla di tilt live e di chat online. Gus Hansen e Daniel Cates grandi protagonisti.
Il tilt è una brutta bestia, date retta a me. In primis vi fa giocare male, in maniera non lucida e soprattutto vi porta a dire e fare cose di cui in seguito, in quella che potremmo chiamare “real life”, potreste pentirvene amaramente. Ne sa qualcosa un (poco) zelante ufficiale di polizia il quale a causa del tilt ad un tavolo da poker è riuscito a farsi licenziare!
Ci troviamo a Portland in Oregon. Un poliziotto della città, in preda ad un furente tilt dopo un home game casalingo, ha minacciato di sparare alla testa un altro giocatore. Le informazioni provengono direttamente da un recente rapporto della polizia locale, anche se c’è voluto un po’ prima di rendere pubblica la notizia, dato che i fatti risalgono al 20 settembre 2015. L’intera vicenda è stata riportata per primo da un sito online di notizie sullo stato dell’Oregon.
L’agente di polizia ha prima abbandonato l’home game in preda ad un’evidente alterazione psicologica e poi è tornato con la sua pistola d’ordinanza a minacciare gli altri giocatori presenti. In base a quanto scritto da oregonlive, l’agente ha prima preso a calci la porta d’ingresso e poi visto che gli altri giocatori non lo facevano entrare, ha sfondato una finestra pistola in pugno. Fortunatamente è intervenuta la moglie del poliziotto la quale è riuscita a calmarlo e portarlo a casa.
Nonostante non ci siano stati feriti e nessuno dei presenti abbia sporto una denuncia ufficiale, l’agente, di cui per ovvi motivi non sono state rese pubbliche le generalità, è stato immediatamente licenziato e rimosso dall’incarico di pubblico ufficiale per “gravi violazioni etiche di comportamento”Pensateci bene la prossima volta che vi scoppiano gli assi con 7e2 in bolla tavolo finale!
Quindi ora qualcuno di voi potrebbe pensare: per evitare di fare casini gioco online invece di live. Non è detto che sia sempre la scelta più saggia. Potremmo riempire pagine su pagine di turpiloqui, insulti e minacce di vario genere e natura sulle chat delle room online, però oggi trovo molto più interessante riportare una breve chat tra Gus Hansen e Daniel Cates, avvenuta sulla room della picca rossa.
Gus si è ripresentato ai tavoli nosebleed di Pokerstars e l’action, come spesso accade in sua presenza, si è subito infiammata. Daniel Cates era presente ai giochi ed ha voluto fare il “simpatico” a tutti i costi, uscendone però con le ossa rotte, almeno da un punto di vista prettamente dialettale.
Vale la pena ricordare che, limitandoci ai soli giochi online, Daniel “jungleman12” Cates, che su Stars gioca con il nick di “w00ki3z”, è uno dei più grandi vincitori di sempre, con un attivo di oltre dieci milioni di dollari, mentre Gus “broksi” Hansen è in situazione diametralmente opposta, con oltre venti milioni di dollari persi ai tavoli virtuali.
Inizia Cates con una provocazione che vorrebbe far ridere il tavolo:“Dovresti essere gentile con me, altrimenti potresti avere 80K dollari in meno”
Gus, che di certo non ha le skill di jungleman, ma di sicuro non le manda dire a nessuno, risponde sereno.“Sei davvero strano, io posso aiutarti ad accoppiarti con una donna (il termine non era propriamente “accoppiarti” ma ho dovuto edulcorarlo) ma ti costerà molto di più di 80mila dollari!” Suscitando la completa ilarità in chat, sia da parte dei giocatori che da parte degli spettatori. Cates non è stato in grado di replicare e si chiuso in un mutismo selettivo….
Se Hansen avesse le stesse skills pokeristiche di quelle che usa in chat, probabilmente non sarebbe uno dei giocatori online più perdenti del pianeta.
Marco Zanini