Poker, l’importante è… parlare chiaro

È di fondamentale importanza che i siti divulgativi che si occupano di poker prestino attenzione ai termini che usano. Troppo spesso, in giro, si leggono pezzi riempiti di tecnicismi o neologismi che di certo non aiutano i neofiti.

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È di fondamentale importanza che i siti divulgativi che si occupano di poker prestino attenzione ai termini che usano. Troppo spesso, in giro, si leggono pezzi riempiti di tecnicismi o neologismi che di certo non aiutano i neofiti.

 

Immaginate di esservi appena iscritti all'università. È la vostra prima lezione di una materia che pensate possa piacervi e il professore comincia a spiegare. Solo che utilizza una serie di termini tecnici che voi non conoscete, parlando come se tutti gli stutendi fossero al suo livello. Risultato? Probabilmente capirete poco o nulla dei concetti espressi e sarete costretti a un super-lavoro solo per riuscire ad afferrare il senso delle frasi dell'insegnate. Bene, tutto ciò spesso succede anche nel poker.

I siti di poker online utilizzano tantissimi termini specifici del gioco, ma troppo spesso si dimenticano che si stanno rivolgendo tanto al professionista navigato, quanto al principiante che si è incuriosito e sta cercando di saperne di più. Un individuo con un'esperienza pokeristica limitata, che vuole imparare tutte le sfaccettature del poker, è in grado di capire termini quali ad esempio 'fish', 'weak-passive', 'spew' e via dicendo?Lui, almeno, non voleva proprio farsi capire

Come se non bastasse, non è raro imbattersi nell'italianizzazione di termini inglesi che, già di per sé abbastanza brutti da vedere e poco orecchiabili – opinione personale, questa – se possibile complicano e rendono ancora meno fluida la lettura da parte di un neofita. Non ci riferiamo chiaramente a termini abbastanza naturali come 'foldare', quanto a lessemi astrusi tipo 'flatcallare' o 'secondbarrellare'.

Per carità, nessuno pretende che in ogni articolo ci si debba prendere la briga di spiegare ogni termine tecnico, altrimenti si otterrebbe l'effetto contrario di un'informazione ridondante e alla lunga noiosa. Ma probabilmente una via di mezzo, un compromesso tra scorrevolezza e puntualità terminologica, è il modo migliore di informare e soprattutto educare il lettore. Sì, perché nel nostro piccolo anche chi fa il nostro lavoro ha delle responsabilità educative.

Il punto è che quando si cerca di informare ed educare il lettore (e lo studente, per tornare all'esempio di apertura)), chi scrive di poker (e chi insegna) svolge veramente e appieno il proprio lavoro quando, nei limiti del possibile, si prende la briga di chiarificare ed elaborare i termini chiave e i messaggi più importanti. La crescita, anche del nostro settore, passa da qui.

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