È finita l’era delle sponsorizzazioni nel poker italiano?

L’ultimo mese ha sancito definitivamente la fine dei team pro nel poker italiano. I giocatori sponsorizzati ormai sono pochissimi, ma questo è un bene o un male per il movimento? Se non altro i (pochi) soldi ora vengono investiti meglio…

L’ultimo mese ha sancito definitivamente la fine dei team pro nel poker italiano. I giocatori sponsorizzati ormai sono pochissimi, ma questo è un bene o un male per il movimento? Se non altro i (pochi) soldi ora vengono investiti meglio…

 

Il 2015 che è appena iniziato ha portato brutte notizie per gli ultimi giocatori italiani che ancora potevano vantare una patch sul petto. È inutile ricapitolare tutti quelli che hanno ricevuto il benservito dalle loro room, è molto più semplice nominare i pochissimi giocatori sponsorizzati rimasti in circolo. Per capire la situazione, basta considerare il fatto che PokerStars, room incontrastata n°1 del mercato, ormai conta nel suo ‘team’ solo Luca Pagano e Fabretti, ultimamente comunque impegnati più con il reality dela Casa degli Assi che non al tavolo da poker.

 

Analizziamo allora la situazione odierna e cominciamo dicendo che nessuno si è sopreso di tutti questi tagli fatti dalle room. Negli anni d’oro del poker sono state buttate al vento somme paurose per investire in team pro improbabili ed era normale che la moda delle patch non potesse durare a lungo… Adesso gli sponsorizzati sono una rarità e probabilmente non li rivedremo più nei tornei futuri, se il ‘punto it’ continerà ad esistere e non farà spazio al ‘punto eu’.

 

Dove sono i pro?

Tutto questo potrebbe far pensare ad una situazione attuale tragica per il poker, ma non è per forza così. I numeri, almeno nel live, ci dicono che la passione pokeristica negli italiani è ancora forte, i tornei con buy-in popolari dimostrano di poter andare alla grande. Bisogna ovviamente capire come cambia il mercato e dove è meglio investire.

 

I giocatori non possono più sognare di essere finanziati da una room, ma devono concentrarsi ‘semplicemente’ sulle loro capacità e sulla determinazione personale. Sicuramente nel mercato online non girano più grandi somme e le promozioni di un tempo ce le sogniamo, ma almeno ci si augura che adesso i soldi vengano investiti meglio e che ci sia più meritocrazia.

 

Chiudiamo con una ‘tirata d’orecchie’ a tutti quei pro che, dopo anni passati con la patch addosso, si sono sfogati pubblicamente dando il peggio di loro stessi sui social network… Nelle ultime settimane abbiamo letto esternazioni veramente infelici di rispettati personaggi che hanno voluto sputare veleno sul mondo del poker, dopo essersi trattenuti per via dei loro contratti. Almeno adesso sono tutti più veri, autentici e liberi di espirmersi!

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