Si parla tanto di vietare la pubblicità del gioco legale in italia, senza capire che la soluzione non è quella di vietare ma di regolamentare al meglio la pubblicità sopratutto in televisione. Ma bisogna smetterla di colpire un settore che crea lavoro e che porta nelle casse dello stato oltre 10 milioni di euro in tasse, mentre si fa poco o nulla per colpire i tanti siti illegali che operano in Italia.

Si parla tanto di vietare la pubblicità del gioco legale in italia, senza capire che la soluzione non è quella di vietare ma di regolamentare al meglio la pubblicità sopratutto in televisione. Ma bisogna smetterla di colpire un settore che crea lavoro e che porta nelle casse dello stato oltre 10 milioni di euro in tasse, mentre si fa poco o nulla per colpire i tanti siti illegali che operano in Italia.

Ci viene da sorridere per non piangere, in Italia non si può fare business se le leggi cambiano a seconda della moda del momento e chi ha investito nel mercato online regolamentato si trova con l’impossibilità di lavorare a vantaggio esclusivamente del gioco fisico e quello illegale.

La dichiarazione che abbiamo riportato nel cappello del nostro pezzo ci è stata confidata in gran segreto da uno dei tanti “responsabili” di aziende Italiane o estere che avevano creduto nella stabilità delle leggi della nostra penisola e che ora si trovano assolutamente “sconcertati” su questo cambiamento di posizione della politica italiana, senza nessun dato certo sul problema della ludopatia e senza un tavolo aperto dove discutere per trovare un punto comune.

Ricordiamo infatti che fu proprio l’Italia la prima nazione Europea ad “inventarsi” la cosi’ detta regolamentazione a licenza, ovvero il divieto di poter offrire nel territorio Italiano i giochi d’azzardo online con licenze acquisite in altre nazioni europee, ma solo con una regolare licenza Italiana e con una piattaforma.it

Ma l’aspetto ancora piu’ assurdo in questa vicenda è che proprio la possibilità di potersi pubblicizzare liberamente ha fatto si che tutte queste aziende aderissero al sistema concessorio italiano ed ora che tanti marchi hanno deciso di lavorare in modo “legale” il parlamento cosa tenta di proporre? lo stop alla pubblicita’ del gioco d’azzardo, come se l’azzardo possa essere paragonato al fumo, senza certezza di dati ma solo sulla spinta emotiva di un partito politico che spinge lo stop per motivi esclusivamente politici.

Ci siamo chiesti noi di PIW in questo editoriale, se la pubblicità del gioco d’azzardo fosse poi effettivamente vietata cosa succederebbe al mercato dei giochi online italiano?

Sicuramente molte società che hanno puntato esclusivamente sul mercato online sopratutto estere, difficilmente continuerebbero a offrire la propria piattaforma di gioco .it, pagandono le relative tasse nel nostro paese per non avere assolutamente vantaggi e senza la possibilità di offrire i propri giochi ai nuovi giocatori, ma crediamo nel giro di pochi mesi abbandonerebbero il mercato italiano o peggio ancora chiuderebbero i loro siti.it e offrirebbero di nuovo ai giocatori italiani la possibilità di giocare nelle proprie piattaforme .com (tornando indietro di 10 anni)

 

 

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