Contrariamente a quanto spesso vogliono farci credere i mass media, il settore dei giochi in Italia ha cominciato a risentire della crisi economica globale, con un 2012 in netta perdita. Mai come in questo momento aprire al poker live sarebbe d'aiuto.
Non passa settimana in cui qualche telegiornale o quotidiano nazionale non ci propini qualche improbabile statistica o cifra riguardante il settore dei giochi in Italia. Per lo più si tratta di dati incorretti o (volutamente?) parziali, che di solito vogliono perorare la tesi secondo la quale il gioco d'azzardo in Italia continui a proliferare come una colonia di funghi. Quando invece non è affatto così.
Nel 2012, le entrate totali relative ai giochi ammontano a poco più di 12,9 miliardi di euro, quasi un miliardo in meno (862 milioni) rispetto al 2011, per un calo del 6,2%. Limitandosi alle sole imposte indirette, il computo è di 12,5 miliardi, 764 milioni in meno (-5,8%) sul 2011. A salvarsi sono soltanto gli apparecchi e i congegni da gioco, che salgono comunque di un misero 1,4%. La fonte è il bollettino delle entrate del Dipartimento delle Finanze, quidi nulla di più ufficiale.
Dunque il settore dei giochi è ufficialmente in crisi. Magari non nera come capita in altri settori, ma pur sempre di crisi stiamo parlando. E il poker non fa eccezione, anzi. Abbiamo analizzato recentemente sia la situazione del cash game online, sia della modalità a torneo, con dati in netta diminuzione rispetto a 12 mesi fa. Proibizionismo o comunque ostruzionismo da parte di una buona fetta della politica stanno contribuendo a mandare a picco uno degli ultimi mercati che avevano retto alla più grave recessione da ottant'anni a questa parte.
In un contesto del genere, dove anche lo Stato ha necessità di fare cassa, non si capisce francamente il motivo di questo stallo prolungato nella riapertura delle sale da poker live. Il presidente dell'AAMS, Luigi Magistro, ha 'congelato' le concessioni, secondo noi più per timore del polverone che avrebbe sollevato (eravamo in pieno Decreto Balduzzi) che per una vera convinzione che i circoli di poker live avrebbero diffuso il seme del gioco d'azzardo patologico.
Che poi, a ben vedere, parlando di Texas Hold'em non è neppure corretto appicciare l'etichetta di gioco d'azzardo. Come ha più volte stabilito la stessa Corte di Cassazione, il Texas Hold'em è da considerarsi a tutti gli effetti un gioco d'abilità. Dunque a maggior ragione dovrebbe avere una corsia preferenziale, invece di essere costantemente osteggiato. Manco si trattasse di inserire monete in una macchinetta. Ah già, quelle sono legali ovunque…