Poker online: gli italiani possono permetterselo?

E’ ormai passato parecchio tempo da quando il poker online è diventato gioco riconosciuto in Italia con la regolamentazione da parte della Aams e la nascita delle prime poker room online italiane. Da allora sono passati oltre 18 mesi.

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E’ ormai passato parecchio tempo da quando il poker online è diventato gioco riconosciuto in Italia con la regolamentazione da parte della Aams e la nascita delle prime poker room online italiane. Da allora sono passati oltre 18 mesi.

 

 

Mesi nei quali gli italiani hanno cominciato a giocare tra italiani. Mesi che sono stati caratterizzati dalla pubblicità, televisiva, stradale e telematica, di sempre più nuove e numerose poker room per un mercato che ha attratto tanto gli operatori quanto i fruitori.

 

Molte persone già giocavano a poker, sulle cosiddette .com, mentre altri hanno cominciato a giocare proprio grazie a questo bombardamento mediatico fatto proprio per favorire l’espandersi del gioco.

Ma come sono messi gli italiani, in relazione al gioco, ad oltre un anno e mezzo dalla partenza? 

 

Cominciamo col dire che il poker online ha fatto nascere una sorta di nuova professione. C’è in effetti gente che si mantiene col poker e vive sì una vita legato al computer e al gioco, ma riporta anche discreti guadagni che gli permettono, come si suol dire, di sbarcare il lunario comodamente da casa e di potersi permettere anche quel qualcosa in più che gli era negato precedentemente.

 

 

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Una serie di grafici dal passivo incredibile

 

 

Chiariamo che, in percentuale, sono solo una piccola parte quelli che si mantengono col poker. Molti sono giocatori occasionali, che si dilettano e ambiscono per lo più a passare una serata diversa con la prospettiva di tirar su qualche soldino extra.

 

Cercare il colpo di fortuna va bene. Passare una serata a giocare anche. Quello che non capisco è come sia possibile che, determinati soggetti, a distanza di tempo, giochino regolarmente senza avere una minima cognizione delle strategie del poker o delle tecniche da applicare.

 

Si incontra gente ai tavoli senza la minima percezione di cosa stia facendo. Chi ha una minima cognizione del gioco si rende subito conto di aver di fronte un tipico “donk” e per averne conferma basta digitare il suo nick sul sito specifico di Sharkscope, che monitorizza le partite che vengono quotidianamente giocate su tutti i software di poker, racchiudendo il tutto in un database. E’ facile quindi risalire, tramite il semplice nickname, alle statistiche di ogni singolo giocatore.

 

Un tipico esempio di grafico disastroso di un giocatore italiano
Un tipico esempio di grafico disastroso di un giocatore italiano

 

Si vedono cose al limite dell’imbarazzo quando si vanno a ricercare le statistiche dei giocatori italiani. Gente che sta sotto anche di 2 o 3 mila euro. Ma anche gente dal grafico in perenne discesa che si assesta in passivi imbarazzanti: 10 mila, 20 mila, addirittura 60 mila euro.

 

Cose al limite del credibile. Gente che non ha limiti e non vuole emergere dalla propria mediocrità.

Viene però spontaneo chiedersi come sia possibile che in una società come quella italiana, dove lo stipendio medio di un operaio non supera i 1.100 euro al mese, ci sia gente che perde al poker online cifre del genere?

 

Se calcoliamo una perdita di €10 mila in 18 mesi la media fa oltre €550 al mese. Circa la metà di quello che abbiamo detto sia lo stipendio di un italiano. Com’è possibile sopravvivere con solo mezzo stipendio da gestire quando anche con quello intero non si arriva a fine mese? 

 

operai al lavoro
Lo stipendio medio di un operaio in Italia non supera i 1.100 euro

 

il mio è ovviamente un paradosso. Indubbiamente c’è chi guadagna meno dei canonici €1.100, ma anche chi ne guadagna parecchi in più o non lavora affatto ma si mantiene grazie a rendite mensili che gli permettano questo ed altri vizi.

 

Ma la cosa mi deprime ugualmente. Vedere gente che non ha rispetto e valore dei soldi è demotivante. E, sebbene anche io, da giocatore di poker, spero sempre di imbattermi in uno di questi benefattori, mi riesce difficile credere che siano tutti benestanti quelli che perdono.

 

Il gioco compulsivo è un pericolo reale e speriamo solo che chi ne sia soggetto sappia redimersi e abbia al proprio fianco qualcuno, all’interno della propria cerchia familiare, che sappia farlo rinsavire e rimetterlo sulla giusta strada.

 

 

 

Roberto ‘Ronnie Rosenthal’ Sorrentino
ronnie@pokeritaliaweb.org

 

 

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