Lo si sospettava fin da subito, le poker room online senza liquidità a prescindere dalla nazionalità, di vita ne possono avere ben poca. Si cerca così di ovviare questo problema con l’unione tra le varie skin.
Lo si sospettava fin da subito, le poker room online senza liquidità a prescindere dalla nazionalità, di vita ne possono avere ben poca. Si cerca così di ovviare questo problema con l’unione tra le varie skin.
Ed ecco spiegata la necessità dei network, o congregazioni di room che nonostante facciano capo a società che affonderebbero con gaudio a colpi di mortaio i loro soci, danno vita a gruppi di gioco fondamentalmente autonomi. Perchè niente di più triste può esserci che una room a tornei fermi per assenza di partecipanti.
Un tempo la faccenda era semplice, a prescindere dai network (basta pensare al colosso creato da Playtech), il multilingua permetteva di moltiplicare in modo esponenziale la presenza ai tornei e le possibilità di gioco. Ora con le separazioni nazionali la presenza di poli, o aggregazioni di room può fare la differenza, o far tentennare colossi internazionali di gioco (esempio Party), che perquanto in fase di lancio, e supportati da campagne pubblicitarie ben fatte e di ampio respiro, non sono riuscite se non a prezzi altissimi ad imporsi come poli di gioco stabile, ed ha raccimolare un qualche quota di mercato.
Poker online a colpi di mouse
Oggi i network MicroGame (People’s poker); che oltre raccogliere una consistente fetta del mercato, rimane sfuggente ad una vera identificazione di brand, Ipoker (leggi Playtech) che di fatto fornisce il suo software a nomi ben risonanti nel mercato italiano, Ongame, la santa trinità Party/Bwin/GD e l’intramontabile, altisonante e apparentemente autonomo PokerStars rappresentano gli ingranaggi di quel garbuglio di giocatori/operatori/eventi live/team pro/etc, che si chiama poker punto it.
Tempo fa nutrivo la speranza che il fronte del poker si unisse, certo erano altri tempi, le licenze erano un panorama lontano e tutti noi, chi in un modo, chi nell’altro, si cercava di raggiungere un certo status all’interno del paese, per uscire dall’etichetta di pirati del web, o di faccendieri da bisca.
Sempre più diffuso il poker online
A riguardare le cose da lontano ritengo che il percorso intrapreso dall’Italia sia stato tutto sommato sano e indolore (per i giocatori), e che se non fosse per cash e live che ancora latitano bisognerebbe raccolgiere i fondi e intitolare le piazze delle nostre principali città agli artefici di tutto questo.
Si potrebbero chiamare Piazza AAMS, oppure, Piazza ai caduti delle punto com. Dipende dai punti di vista.