Se a Las Vegas chiudono le poker room…

Il Black Friday ha cancellato il poker online dagli Stati Uniti d'America, ma le ripercussioni si sono avvertite anche nel poker live. Nella Mecca del Gioco d'Azzardo, sono sempre di più i casinò che chiudono le proprie poker room.

Il Black Friday ha cancellato il poker online dagli Stati Uniti d'America, ma le ripercussioni si sono avvertite anche nel poker live. Nella Mecca del Gioco d'Azzardo, sono sempre di più i casinò che chiudono le proprie poker room.

 

Mentre negli Stati Uniti si cominciano a percorrere i primi, piccoli passi verso la riapertura al poker online, l'eco del Black Friday non si è ancora spento, nonostante siano passati quasi due anni. Uno tsunami che ha travolto tutto il movimento pokeristico, non solo quello di chi si divertiva a giocare sul proprio computer. La cartina al tornasole è Las Vegas, patria del gioco d'azzardo made in USA, dove sempre più casinò decidono di chiudere le poker room, facendo spazio ad altri giochi.

Negli ultimi due anni sono sparite almeno otto poker room. L'ultima è quella del Tropicana, uno dei casinò meglio posizionati sulla Strip, proprio davanti all'MGM Grand. Curiosamente, il Tropicana aprì la sua sala da poker proprio nel giorno in cui l'FBI chiuse i tre più grosi siti di poker online negli Stati Uniti (PokerStars, Full Tilt Poker e Absolute Poker). Lo scorso settembre è stata sventolata la bandiera bianca: addio al poker, sostituito dalle slot machine.La poker room dell'Aria

Che il poker non sia particolarmente remunerativo per i casinò, rispetto agli altri giochi, non lo scopriamo certo noi e non lo scopriamo certo oggi. Ma i casinò di Las Vegas non potevano non cavalcare l'onda della poker-mania, che a metà degli anni 2000 ha avuto il suo apice, con un primo brusco stop dopo dovut all'UIGEA. La mazzata finale del Black Friday ha contribuito alla sempre crescente diminuzione degli incassi derivanti dal poker live, che sono passati da 168 milioni di dollari nel 2007 a soli 123 l'anno scorso.

Las Vegas come cartina al tornasole, dicevamo. Non a caso anche i casinò di altri stati stanno seguendo l'esempio della Sin City. Come ad esempio il Sam's Town di Tunica, che ha chiuso la sua poker room a gennaio. O il Seminole Casino Hollywood di Fort Lauderdale, che ha sostituito le chip e le carte con le più remunerative slot machine. Sullo stesso percorso persino i casinò indiani, per gli stessi motivi economici.

Chiaramente non stiamo dicendo che il poker live è destinato a sparire dal territorio americano. I grandi casinò non hanno di questi problemi, proprio come le grandi poker room online. MGM Grand, Caesars Palace, Venetian, Aria, Rio continuano a investire forte sul poker, come dimostra lo stesso Venetian, che recentemente ha aggiunto altri 17 tavoli. Ma per le piccole realtà, come si dice in questi casi, non c'è più trippa per gatti.

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