Esistono molti teoremi legati al poker. In questa serie di articoli ci occuperemo non solo di elencarli, ma anche di cercare di comprenderne sia il significato che le implicazioni sul gioco. Partiamo con il “Teorema di Aeiones”.
Esistono molti teoremi legati al poker. In questa serie di articoli ci occuperemo non solo di elencarli, ma anche di cercare di comprenderne sia il significato che le implicazioni sul gioco. Partiamo con il “Teorema di Aeiones”.
Esistono molti teoremi legati al poker. In questa serie di articoli ci occuperemo non solo di elencarli, ma anche di cercare di comprenderne sia il significato che le implicazioni sul gioco. Partiamo con il “Teorema di Aeiones”.
Il primo assioma che affrontiamo è quello di Aaron “Aejones” Jones secondo il quale: «Nessuno ha mai niente».
Anche se a prima vista può sembrare una teoria alquanto bizzarra, il suo principio è quello di un’inversione logica alle dinamiche di base del nostro modo di intendere il gioco. Solitamente, nel momento in cui la nostra mano non venga migliorata dalle carte del flop, iniziamo a riflettere sulle possibili mani dei nostri avversari. Spesso e volentieri faremo questo sforzo immane pensando sulla base di pochissime informazioni, se non addirittura su nessuna.
Aaron Jones
Che ci dice il teorema in merito? Anzitutto ci suggerisce di modificare la nostra logica di pensiero. Invece di chiedersi cosa ho legato io e cosa possono aver legato i miei avversari, potremmo provare a chiederci, quali sono le probabilità che i miei avversari non abbiano centrato il flop?
A questa domanda spesso è molto più semplice rispondere di quanto non sembri. Partiamo con un semplice esempio. Raise da CO e io chiamo da BB. Scende il flop: Kp Kc 2f. Io non ho nulla, ma che probabilità ci sono che il mio avversario abbia legato? Poche. Seguendo la logica proposta dal teorema di Aejones pur non avendo l’aggressione non lasceremo che sia il nostro avversario a decidere sul da farsi, bensì proveremo ad uscire con una donkbet e, con un corretto dimensionamento, possiamo sperare in un fold dell’avversario.
Aaron è un giocatore molto aggressivo
Ovviamente non bisogna radicalizzare l’assioma, ovviamente qualche volta i nostri avversari hanno qualcosa, non c’è nemmeno bisogno di dirlo; ma se proverete a selezionare gli spot giusti per usare questa strategia oltre ad una gestione attenta delle puntate al fine di non creare grossi pot che potrebbero arrivare a committarvi, noterete come i piatti vinti senza showdown aumenteranno sensibilmente rendendo molto più semplice il cammino lungo la lunga strada di un torneo.
Nel prossimo articolo di questa nuova rubrica tratteremo “Il teorema di Zeebo“
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scritto da Luca “ilFilosofo” Barbi