A meno di tre settimane dal tavolo finale del Main Event WSOP 2014 sembra che l’interesse della comunità pokeristica per l’evento non sia proprio al top. Forse non sono arrivati in fondo personaggi abbastanza accattivanti per gli sponsor?
A meno di tre settimane dal tavolo finale del Main Event WSOP 2014 sembra che l’interesse della comunità pokeristica per l’evento non sia proprio al top. Forse non sono arrivati in fondo personaggi abbastanza accattivanti per gli sponsor?
A meno di tre settimane dal tavolo finale del Main Event WSOP 2014 sembra che l’interesse della comunità pokeristica per l’evento non sia proprio al top. Forse non sono arrivati in fondo personaggi abbastanza accattivanti per gli sponsor?
Siamo ormai a fine ottobre e dunque si avvicina l’appuntamento più importante per il poker mondiale, almeno sulla carta… Da sempre infatti il final table del Main Event WSOP attira l’attenzione del popolo pokeristico di tutto il pianeta. Questa volta però sembra che l’attesa in fondo non sia così spasmodica… Sicuramente i November Nine non vedono l’ora di giocare per il titolo di campione del mondo, ma agli altri tutto ciò quanto interessa veramente?
Quando il tavolo finale è stato composto a Las Vegas questa estate tutti ne davano notizia e parlavano dei potenziali protagonisti, che poi però sono finiti quasi nel dimenticatoio. Come è possibile? Forse tra di loro non ci sono giocatori dal curriculum così interessante. Gli sponsor non hanno certo fatto a gara per accaparrarsi una patch al tavolo, come accadeva ai tempi della rivalità tra PokerStars e Full Tilt. L’unico che ha firmato un contratto a quanto pare è il 31enne Bruno Politano, ambassador dell’ambiziosa room 888.
Sarebbe un peccato se davvero il final table WSOP passasse inosservato. Ci sarebbero infatti tante belle storie da raccontare sui suoi protagonisti… Lo stesso Politano per esempio è il primo brasiliano a raggiungere questo traguardo. Il chipleader Jorryt van Hoof è un ex campione di Magic. Billy Pappas invece è un fenomeno del foosball, ovvero il biliardino.
Forse sono proprio questi strani retroscena che ci fanno capire lo scarso appeal del field dal punto di vista strettamente pokeristico. L’unica storia davvero degna di nota in questo senso probabilmente è quella del 29enne Mark Newhouse, capace di centrare questo final table per il secondo anno consecutivo! Era da dieci anni, cioè dai tempi Dan Harrington, che non accadeva qualcosa di simile. Insomma, nonostante diversi elementi interessanti, sembra che almeno per il momento questo tavolo non attiri molte attenzioni.
Magari perché in giro ci sono ormai troppi ‘torneoni’ o perché negli ultimi anni lo spettacolo non è stato all’altezza delle aspettative… Il gioco non si è dimostrato proprio spumeggiante e a spuntarla sono stati personaggi poco carismatici. Buttiamo lì giusto un paio di aneddoti significativi: il campione del 2011, ovvero il tedesco Pius Heinz, questa estate non c’era nemmeno alle WSOP, mentre il campione in carica Ryan Riess è talmente famoso che hanno sbagliato a scrivere il suo nome sulle gigantografie del Rio…
A tutte queste considerazioni aggiungiamo il primo premio garantito da 10 milioni di dollari. Le WSOP hanno fatto questa scelta che dovrebbe ravvivare l’interesse, ma visto che il payout è davvero molto verticale (il secondo prende 5 milioni) è probabile che si ricorra ad un deal e quindi i premi potrebbero essere stravolti.
Ricordiamo il count: