Si pensava che questo potesse essere l’anno buono per lui, capace dell’impresa di centrare per due anni consecutivi nel final table al Main Event WSOP. Ed invece è finita come l’anno scorso, con Newhouse out al nono posto.
Quando gli è stato chiesto della sua impresa di tornare, a distanza di un anno, a giocarsi il tavolo finale del Main Event WSOP, aveva risposto dicendo che l’unica cosa che non volesse era uscire di nuovo per primo. Ed invece è successo. Mark Newhouse è stato eliminato, per il secondo anno consecutivo, al nono posto del Main Event WSOP, primo player out tra i November Nine.
La stessa cosa che gli era capitata nel 2013 e che lui stesso definì come una tragedia, al pari della perdita di un genitore o di una persona cara. Ma se lo scorso anno Newhouse partiva con uno stack risicato, tra gli ultimi al tavolo, quest’anno il suo era il terzo stack in gioco. E c’erano tutti i presupposti per poter fare meglio.
Del resto, un giocatore che supera per due anni, per lo più consecutivi, oltre 6.000 giocatori per arrivare a giocarsi l’atto finale del torneo di poker live più ambito e desiderato del mondo, dev’essere per forza un buon giocatore. Ed invece Mark Newhouse ci è cascato di nuovo.
È stato il primo player out al final table del Main Event WSOP dopo appena 56 mani. Ed in quel momento non era certo lui il player a rischio eliminazione. Ma il suo bluff, pushando oltre 10 milioni di stack con coppia di 10 su un board che recitava 2-4-J-4-J e sul quale il suo avversario, William Tonking, aveva tribettato preflop e puntato al flop per poi fare due volte check-call al turn ed al river, non è evidentemente andato a buon fine. Toking ha girato coppia di Q e Newhouse è stato costretto a lasciare il torneo, nuovamente primo player out tra i November Nine.
Per lui un premio di $730.725 che fa il paio con quello dello scorso anno da $733.224. Ma che non potrà assolutamente consolare il “povero” Mark. Proprio lui aveva infatti raccontato di come fosse triste per un giocatore essere il primo player out dal tavolo finale del Main Event WSOP, soprattutto da quando esistono i November Nine, con l’atto finale del torneo spostato a novembre, appunto.
Newhouse raccontò del fatto che il premio minimo ai nove giocatori viene pagato immediatamente. E quindi, colui che esce per primo tra i N9, non incassa alcun premio in denaro ulteriore. Cosa che incrementa i sensi di insoddisfazione e tristezza.
Mark però ci è ricascato, nonostante i suoi buoni propositi della vigilia. Se non avesse provato quel bluff, e avesse giocato in maniera più conservativa, probabilmente sarebbe riuscito nel suo obiettivo minimo di non uscre al nono posto. A questo punto non gli resta che riprovarci il prossimo anno. Sperando di superare di nuovo oltre 6mila avversari e qualificarsi per il tavolo finale. E di non essere il primo player out per la terza volta.