Sono una trentina gli emendamenti che riguardano il settore giochi nella Manovra correttiva presentati in Commissione Bilancio alla Camera. Alcuni riguardano una nuova tassazione sui giochi.

Sono una trentina gli emendamenti che riguardano il settore giochi nella Manovra correttiva presentati in Commissione Bilancio alla Camera. Alcuni riguardano una nuova tassazione sui giochi.

Potrebbe cambiare nuovamente la tassazione sui giochi, sono diversi infatti gli emendamenti che riguardano il settore giochi nella manovra correttiva presentati in Commissione Bilancio alla Camera. Due, quelli avanzati dagli onorevoli Rocco Palese (Misto) e Pietro Laffranco (FI), chiedono di tassare il poker cash ed i casino games al 59,2% sul margine.

Ma non solo, nei piani c’è anche l’idea di tassare le scommesse sportive al 39,3% sul margine (per quelle in agenzia), e al 43,4% sul margine per quelle online. Ed ovviamente non finisce qui… c’è chi chiede per esempio di intervenire nel settore delle slot e delle vlt o chi chiede di adottare un decreto per ritoccare la tassazione su tutti gli altri giochi, questo per assicurare “maggiori entrate, non inferiori a 130 milioni di euro per l’anno 2017 e non inferiori a 180 milioni di euro per gli anni successivi”.

Infine i deputati del M5S, capeggiati da Baroni, continuano a battere sul tasto della pubblicità e della tessera del giocatore. Per loro dovrebbe ‘partire’ un divieto di ogni forma di pubblicità del gioco (comunicazione commerciale, di sponsorizzazione o di promozione di marchi o prodotti di giochi, sia diretta che indiretta) con multe che andrebbero dai 50.000 ai 500.000 euro.

La sanzione, si legge su Agimeg, verrebbe applicata “al soggetto che commissiona” la pubblicità, a quello “che le effettua, nonché al proprietario del mezzo con il quale esse sono diffuse”. I proventi delle sanzioni verrebbero “destinati alla prevenzione, alla cura e alla dipendenza da gioco d’azzardo”.

In più chiedono che, in tempi abbastanza brevi, tutte le puntate e le vincite dovranno essere piazzate o riscosse esclusivamente “in forma elettronica mediante strumenti di pagamento che consentano l’identificazione del disponente e del beneficiario”.

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