Il vocabolario del poker è ricco di termini particolari, spesso provenienti dall’inglese. Molti giocatori pensano di aver assimilato questi vocaboli, ma in realtà gli errori e le storpiature sono all’ordine del giorno. Ecco per voi una spassosa raccolta.
Si può dire che tutto nasce quando entra in gioco l’inglese: noi italiani non siamo esattamente i più bravi nel masticare le lingue straniere e l’inglese per molti è un taboo. Ecco allora che i termini pokeristici in “lingua originale” diventano di difficile comprensione e memorizzazione. Ce ne rendiamo conto benissimo quando giochiamo nelle rooms oline, in tornei live o quando semplicemente accediamo alla rete, ad un social network o ad un forum specialistico come il nostro. Di solito sono i giocatori più giovani che hanno familiarità con l’inglese e con i termini da forum o se vogliamo da “nerd“. Chi invece si trova catapultato in questa realtà quasi per caso ripete termini ed espressioni emulando gli altri ma magari senza aver capito bene quello che sta dicendo.
Cominciamo da un termine base: il “check“. Non si contano i diversi modi sbagliati con cui ogni giorno viene storpiato: “ceck” oppure “chek” o anche un quasi cinematografico “chack“. Il portiere del Chelsea si chiama Chech e qui che c’azzecca? Se avete anche voi delle difficoltà con le “h” o con le “k” potete ricorrere all’antiquato “parola” o al verbo “bussare”. Quasi tutti i termini che indicano azione hanno le loro storpiature personali. Il rilancio si traduce in “raise” ma ormai molto comune anche la versione “reise” che a quanto pare suona molto meglio. Il “bet” e il “call” sono abbastanza facili, ma molto più difficile è addentrarsi nel mondo delle 3-bet, 4-bet, ecc…
Con cosa si gioca a poker? Con le carte sì, ma anche con le “chips” o le “fiches“. I giocatori lo sanno bene, ma non hanno assolutamente idea di come si scrivono questi due termini. Se scrivete “cip” nominate il fratello dello scoiattolo disneyano Ciop; se scrivete “cheap” invece indicate qualcosa come economico. I “fish” sono dei pesci mentre i “fisch” sono dei pesci tedeschi. Cosa c’è di più emozionante dell”Heads Up finale di un torneo? Cosa potrebbe rovinare la gioia di un evento simile? Ad esempio una pessima uscita dell’avversario: portebbe benissimo chiamare questo “testa a testa” in maniere strampalate tipo “endsup” o “hendsup”.
Le cose si fanno ancora più complicate quando i termini inglesi vengono italianizzati: una bruttissima usanza alla quale si ricorre quando non esiste una traduzione nel nostro idioma. Ecco allora che dal verbo “to ship” deriva il nostro “shippare” che viene liberamente scritto: “scippare”, “schippare”, “sheeppare”… a voi la scelta. Credetemi, l’elenco di questi sbagli più o meno grossolani sarebbe davvero lunghissimo. Io stesso non ho ancora ben capito come di chiama l’operazione che svolgono nei tornei live, quando vengono eliminate le fiches di basso taglio: si dice “chip race” o “chip raise”? Opterei per la prima opzione.
Tutti questi errori fanno sorridere quando sono commessi da giocatori alle prime armi, ma fanno cascare le braccia se gli autori sono giocatori famosi o professionisti. Alcuni di voi penseranno che sono molto pignolo…ma non si tratta sempre solo di ortografia! Da una piccola incomprensione possono nascere dei clamorosi leak tecnici e vi assicuro che quando si scoprono questi equivoci è molto imbarazzante, soprattutto per un pro. L’importante è che almeno la grammatica italiana resti lontano da questi orrori, ma purtroppo non è affatto così.