Niccolò Caramatti: “L’Italia del poker invasa dai Team Pro”

Ecco a voi il secondo e tanto atteso appuntamento con la nuova rubrica pokeristica ideata e condotta da Niccolò Caramatti. Il tema trattato in questa puntata dal Pro del Team Sisal Poker riguarderà l’argomento delle sponsorizzazioni.

Ecco a voi il secondo e tanto atteso appuntamento con la nuova rubrica pokeristica ideata e condotta da Niccolò Caramatti. Il tema trattato in questa puntata dal Pro del Team Sisal Poker riguarderà l’argomento delle sponsorizzazioni.


Negli ultimi anni, infatti, sono nati centinai di Team Pro nel mondo del poker, ma il più delle volte i giocatori sponsorizzati non sono veri e propri professionisti del settore. Per questo motivo nella sua seconda pillola, Niccolò Caramatti, ci tiene a fare una distinzione tra un pro, un buon giocatore e un semi-sconosciuto: “Un giocatore professionista teoricamente è colui che fa del gioco una professione, ovvero, con i soldi derivanti dal poker paga le bollette e paga da mangiare. è quindi la sua principale se non unica fonte di reddito. Il buon giocatore, invece, anche se è un vincente guardagli le statistiche, è comunque un giocatore che non fa del poker la propria professione. Possono far parte di un Team Pro? Si, perché no, ma di certo la poker room non avrà lo stesso ritorno d’immagine. Infine, ci sono una marea di altri giocatori che non sono dei professionisti, che non sono dei buoni giocatori, ma che per un motivo o un altro hanno indosso una patch di sponsorizzazione“.

niccolò caramtiProprio su quest’ultima categoria di giocatori Niccolò Caramatti s’è chiesto: “Quale ritorno d’immagine portano alla poker room che li sponsorizza?”. La risposta per il pro Sisal è ovvia è scontata <<molto poca>>. Questo perché anche arrivando ad un tavoli finale di un evento medio importante, dove spesso troviamo tali giocatori, insomma che non sia un torneo WSOP o EPT, il ritorno d’immagine che il giocatore porta alla poker room è pressoché nullo, in quanto questi sono eventi poco seguiti. Inoltre, non sono solo i risultati a creare un interesse intorno ad un giocatore, ma contribuiscono alla sua popolarità anche il seguito che riesce ad avere dai Media. Questo a volte è molto più importante di ottenere un semplice ITM e contribuisce a portare un discreto ritorno d’immagine alla poker room.

Niccolò poi parla della caccia spasmodica alla sponsorizzazione che c’è in Italia oggi, dove giocatori pur di partecipare ad un evento stringono accordi al 50% con chiunque, possono essere amici, poker room o colleghi. In realtà però quanto conviene fare tutto ciò? Secondo Caramatti poco: “Se andiamo a giocare un torneo da €1,500 al 50%, dobbiamo capire che oltre al costo d’iscrizione dobbiamo pagarci il viaggio, l’albergo e i vari pasti durante la giornata. Tutti costi da non sottovalutare che neanche arrivando ITM riuseremmo ad abbattere. Facciamo un esempio e diciamo di essere arrivati ITM e di aver preso, in un torneo da €1,500, tipo €2,800. Ora, essendo al 50% con una poker room, a noi rimangono in tasca €1,400, di cui dobbiamo toglierci le spese elencate prima al di fuori del buy-in e noterete che in fin dei conti in tasca ci sarà rimasto forse €500. Insomma, siamo stati via 5-6 giorni per vincere una cifra davvero esigua. Dobbiamo inoltre ringraziare di essere arrivati ITM, ma tutte le vote che non ci arriviamo… Bisogna dunque fare attenzione a quando si accettano dei Deal, non sono sempre convenienti, a volte forse è meglio restare a casa piuttosto che andare a giocare questi eventi che, anche se li vinci, alla fine non ti fanno fare per forza il grande salto nel mondo del poker”.

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