Carla Solinas: “Conosco bene il valore di una chip”

Una delle qualità fondamentali per vincere nel poker texas hold'em live è sicuramente la capacità di imparare dai propri errori. Fare tesoro del passato e delle esperienza fatte ai tavoli da gioco è senz'altro un ottimo modo per migliorarsi.

Una delle qualità fondamentali per vincere nel poker texas hold'em live è sicuramente la capacità di imparare dai propri errori. Fare tesoro del passato e delle esperienza fatte ai tavoli da gioco è senz'altro un ottimo modo per migliorarsi.


La pensa in questo modo anche la bella e brava pro del Team GDpoker Carla Solinas che recentemente ha mostrato grandi miglioramenti nel suo gioco: “Negli ultimi tornei giocati ho portato a casa ben 6 ITM e tutto ciò mi ha fatto ripensare a cos’è il mio gioco e ne traggo due semplici conclusioni: la prima è che il mio mindset è migliorato molto, non mi sconvolgo più per un colpo perso, mantengo la calma e ho imparato a scegliere gli spot giusti in cui cambiare marcia, in base ad avversari e stack. La seconda è che conosco bene il valore di una chip. Di ogni singola chip che gioco. Con parsimonia cerco di non sprecarne nemmeno una. Laddove la varianza lo permette cerco di ridurre i miei errori al minimo. A fine torneo se ho perso flip e quant’altro pazienza“.

Parole che manifestano grande maturità, del resto soltanto giocando si accumula l'esperienza necessaria per crescere come giocatore. Questo porta anche a scoprire il reale valore delle chips, aspetto primario per chi vuole fare il salto di qualità: “Quanto vale una chip? Negli mtt a differenza che nel cash game non sono soldi veri ma 'punti torneo'; tuttavia nel loro valore incide il buy in e la struttura condiziona le dinamiche di gioco.

Spesso avrete sentito dire quella famosa frase 'A chip and a chair', coniata da un certo Jack Straus nel 1982. Letteralmente una fiche e una sedia, ovvero per un giocatore un torneo non è terminato finchè ha ancora una sedia su cui sedersi e un gettone da giocare… Straus si ritrovò con una sola chip da 500 al main delle WSOP di quell’anno, dopo aver La bella pro del team GDpokerperso un grande piatto in cui aveva spinto tutto il suo stack al centro del tavolo tranne quel gettone. Non avendo dichiarato all in ciò gli dava la possibilità di giocare ancora. Risultato? Vinse le WSOP!

Nel mio piccolo non ho un aneddoto così eclatante da raccontare, però il mio recente percorso nei tornei live ricorda molto questo concetto e ripensandoci ho rivalutato meccanismi e processi di pensiero. In 4 degli ultimi live mi sono trovata spesso in difficoltà. All’IPT di Nova Gorica in cui feci seconda (mio miglior risultato) per tre volte nel corso del torneo mi ritrovai con soli dieci big blind, una di queste al final table dove vi ero arrivata da chip leader. Nel WPT national di saint Vincent e in quello di Cannes addirittura con 8 e 5bb, nel primo chiusi il day1 nei top 10 e nel secondo mi pare settima del chip count.Vita dura con lo stack anche all’IPT di Campione.

Se ripensandoci mi rendo conto che potevo agire diversamente allora mi importa e ne faccio tesoro per la volta seguente. Ma quante volte l’ho detto che il poker rispecchia la vita? Che si cade e ci si rialza, che si sbaglia mille volte prima di imparare. Si perdono migliaia di chips prima di capire il valore di una sola“.

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