Oggi il Consiglio dei Ministri discute il decreto Balduzzi, che potrebbe riguardare da vicino anche il settore del gioco live e online: sono previste infatti misure pesanti contro le pubblicità in radio e televisione. Anche il poker finirà nel minestrone?
Questo pomeriggio arriva sul tavolo del Consiglio dei Ministri il decreto sulla salute predisposto dal ministro Balduzzi. Tra i temi scottanti c'è la tassa sulle bibite gassate e altre questioni spinose che hanno sollevato già tante proteste. Perchè questo dovrebbe interessare allora il mondo del poker? Perchè uno dei pochi temi sul quale non sembrano esserci ripensamenti, anzi, riguarda la pubblicità dei giochi: questione annosa e sempre delicata. Ma andiamo con ordine…
Annunciato da indiscrezioni e polemiche, il decreto è stato praticamente smontato nel pre-consiglio della scorsa settimana, dove tecnici e colleghi di Balduzzi hanno sollevato eccezioni su diverse norme. Il presidente Mario Monti è stato costretto a rinviare il consiglio dei ministri in cui se ne doveva parlare e il ministero della Salute ha dovuto rimettere mano al provvedimento. Risultato: sono spariti diversi punti forti della prima bozza, tra i quali l'obbligo della distanza minima tra le slot machine e le scuole.
In compenso però sono stati introdotti limiti molto rigidi sulla pubblicità di lotterie e scommesse. In pratica, sarebbe vietata la pubblicità di tutti i giochi finalizzati alla riscossione di denaro: la bozza stabilisce che “sono vietate le comunicazioni commerciali audiovisive e radiofoniche, dirette o indirette, che inducano all'acquisto di prodotti o alla partecipazione ad attività di gioco, quali lotterie, concorsi a premio, scommesse sportive, newlot o ad attività, anche online, comunque denominate finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso”.
Detta così, la norma sembra travolgere anche le tradizionali lotterie dei Monopoli di Stato, da quella di Capodanno al Superenalotto, una gigantesca fonte di introiti per il Tesoro. Sembra difficile che i nostri politici siano pronti a rinunciare a queste entrate in un periodo di grande crisi. Molto più facile invece risulta pensare che all'interno dei giochi incriminati ci sia anche il poker. Noi sappiamo che non è un vero e proprio gioco d'azzardo, ma di fatto viene considerato tale dalla legge.
Se dovesse davvero passare questo decreto, tutto il mondo del poker italiano potrebbe subire una brutta botta. Verrebbero a mancare tanti soldi garantiti al momento dalle pubblicità su media importanti come radio e tv. Inutile dire che questo non interessa solo gli operatori del settore ma anche indirettamente i giocatori delle varie rooms. Restate con noi qui su PIW per ulteriori sviluppi della vicenda…
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