Il Consiglio dei Ministri approva il decreto che limita la pubblicità dei giochi

Il Consiglio dei MInistri da dato il via libera al nuovo decreto contro le pubblicità sui giochi. Un settore sul quale si investono oltre 300milioni all'anno e dove le società che si occupano di gioco online fanno la parte del leone.

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Il Consiglio dei MInistri da dato il via libera al nuovo decreto contro le pubblicità sui giochi. Un settore sul quale si investono oltre 300milioni all'anno e dove le società che si occupano di gioco online fanno la parte del leone.


Ieri pomeriggio, come vi avevamo già annunciato, il Consiglio dei Ministri si è riunito per discutere il nuovo decreto legge voluto dal ministro Renato Balduzzi e in serata è arrivato il via libera. Tra le misure riguardanti i giochi, bisogna sottolineare la stretta sulla pubblicità: il decreto, infatti, ha ampliato la portata delle misure a tutela dei minori e dei soggetti che soffrono di gioco d'azzardo patologico, introducendo limiti molto rigidi sulla pubblicità per tutti i giochi che comportino una riscossione di denaro.

 

Secondo i dati forniti dall'Agenzia Agicos, al momento in pubblicità sui giochi vengono investiti tra i 300 e i 500 milioni di euro all'anno. Sale bingo, sale con slot e videolotterie sono escluse dagli spot a livello nazionale, ovvero sui mezzi come radio e tv, con l'eccezione di piccole pubblicità a livello regionale e della cartellonistica.

 

Escludendo i prodotti storici come lotto, superenalotto e win for life, la parte da leone in questo settore la fanno le società che si occupano di gioco online, quindi tutte quelle che trattano scommesse, poker e casinò sul web. L'Italia è il primo Paese in Europa come spesa pro capite, nel primo semestre del 2012: la spesa dei giocatori è stata pari a 8,8 miliardi di euro, mentre all'Erario sono andati 4,2 miliardi.

 

C'è da registrare inoltre una novità per quanto riguarda un'altra norma sui giochi, quella che prevedeva una distanza minima tra i locali dotati di slot machines e le scuole. Sembrava che potesse essere abolita e invece è stata solamente modificata, riducendo la distanza in questione da 500 metri a 200 metri.

 

Da questi provvedimenti come ne esce il poker? Bisognerà solo capire se le nuove norme sulla pubblicità saranno dannose per il nostro settore: questo ovviamente non sarebbe uno svantaggio solo per gli operatori ma in seguito indirettamente anche per i giocatori delle rooms. Speriamo che non ci siano gravi conseguenze, dato il momento già abbastanza critico per il nostro amato gioco.

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