Il pezzo nell'edizione in edicola oggi, a firma di Fabio Tonacci, per una volta offre cifre esatti e uno spaccato reale, per quanto duro, di come sia la situazione del poker live in Italia, e più precisamente in quel di Roma.
Il pezzo nell'edizione in edicola oggi, a firma di Fabio Tonacci, per una volta offre cifre esatti e uno spaccato reale, per quanto duro, di come sia la situazione del poker live in Italia, e più precisamente in quel di Roma.
Il pezzo nell'edizione in edicola oggi, a firma di Fabio Tonacci, per una volta offre cifre esatti e uno spaccato reale, per quanto duro, di come sia la situazione del poker live in Italia, e più precisamente in quel di Roma.
Tante volte abbiamo giustamente criticato il modo e soprattutto la superficialità con la quale i media si occupano del settore dei giochi, e in particolare del poker. Ci sembra giusto, in questa occasione, segnalare invece un pezzo piuttosto lucido e soprattutto ricco di dati veritieri, comparso oggi sul quotidiano nazionale Repubblica, e firmato dal giornalista Fabio Tonacci.
Il titolo è forse un pochino esagerato (Le notti folli del poker clandestino a caccia della ricchezza esentasse), ma glielo concediamo. Inoltre, spesso il titolista non è neppure l'autore dell'articolo. Ma tant'è: sappiamo che il titolo serve a catturare l'attenzione del lettore. Nulla di irreparabile, se almeno il pezzo, poi, ci racconta la verità. E in quello di Tonacci ne troviamo tanta, ma davvero tanta.
Prima il racconto di una delle tantissime sale da poker di Roma, camuffata da sala biliardo. Tornei di poker da 100-200 mila euro, un paio di centinaia di persone, tra cui anche qualche volto noto (Mario Adinolfi per esempio). E non è tutto: tavoli da poker cash game, seppure non di livello altissimo (buy-in minimo 70 euro, massimo 200), e le immancabili slot. Il tutto pubblicizzato anche via Facebook. Nonostante, ricorda l'autore del pezzo, dal 2009 non sia legale giocare a poker live in Italia, se non nei casinò.
Tonacci cattura anche i commenti di molti avventori: “Vengo qui con mio marito, i montepremi sono ottimi, non vedo dov'è il problema, domani sera mi iscrivo di nuovo. Su Internet si può giocare e dal vivo no? Assurdo, non vedo la differenza”. E ancora: “Sono venuto qui con quattro amici, ci vogliamo solo divertire”. In chiusura, un'accusa nemmeno troppo velata alle forze dell'ordine: intervengono, ma solo per multare le auto in doppia fila. Come a dire che si sa, ma si fa finta di niente.
Nel pezzo di Repubblica, poi, vengono finalmente snocciolati i dati reali. Il poker online in Italia vale il 3% del mercato del gambling, e nel conteggio ci sono anche i giochi da casinò. Slot machine e video lottery fanno la parte del leone, con il 53,6%. Per quanto riguarda il poker live, a Roma ci sarebbero 15-20 sale non autorizzate, 200 in tutta Italia. A questo punto però, la domanda sorge spontanea: se tanto si gioca comunque, perché non sbrigarsi a legalizzare e permettere allo Stato di raccogliere le tasse?